
Il Musée de l’Orangerie di Parigi ospita fino al 26 gennaio 2026 una grande retrospettiva dedicata a Berthe Weill, figura centrale, ma a lungo trascurata, del mercato dell’arte moderna francese.
Esther Berthe Weill era nata a Parigi nel 1865 in una famiglia ebraica numerosa e modesta; giovanissima lavorò nella bottega d’arte di un lontano cugino, apprese il mestiere di mercante d’arte e conobbe collezionisti e critici. Nel 1901 aprì la sua prima galleria nel quartiere Pigalle a Parigi, ebbe la determinazione di sostenere giovani artisti emergenti, spesso con risorse modeste, puntando sull’innovazione e sulle avanguardie. Le sue memorie pubblicate nel 1933 con il titolo “Pan! Dans l’œil…” testimoniano il suo costante e infaticabile impegno e il rapporto personale e originale con l’arte.

La mostra è un’occasione per riscoprire una donna minuta, coriacea ed eccezionale, un’antesignana che ha saputo intuire le tendenze emergenti dell’arte. Attraversando le sale si percepiscono l’omaggio ad una figura che aveva una articolare sensibilità mettere in relazione artisti importanti in dialogo con contesti meno conosciuti. “Berthe Weill. Gallerista d’avanguardia” è un’occasione per guardare l’arte del primo Novecento attraverso una prospettiva diversa: quella di chi ha aperto strade non facili, sfidando pregiudizi, norme artistiche e sociali. Circa cento opere, tra cui dipinti, sculture, disegni, stampe e gioielli ripercorrono le differenti esposizioni organizzate da Berthe Weill, le sue scelte artistiche, i suoi azzardi. Tele di artisti famosi come Pablo Picasso, Henri Matisse, Amedeo Modigliani, Diego Rivera, sono proposte affiancate ad opere di artisti oggi meno noti ma significativi per il panorama dell’avanguardia. Particolare attenzione è riservata alla prima e unica mostra personale di Modigliani organizzata nel 1917 da Berthe Weill quando l’artista era ancora in vita, con un episodio che suscitò scandalo: vennero presentati alcuni quadri con nudi e rappresentazioni esplicite che furono giudicati “oltraggio alla pudicizia”. Anche le sue mostre di astrazione negli anni ’30 del Novecento, con artisti come Alfréd Réthe Otto Freundlich, trovano spazio nelle sale come esempio del coraggio di Berthe Weill nel promuovere forme artistiche non convenzionali.
Le due guerre mondiali, le trasformazioni artistiche radicali, la xenofobia e la terribile persecuzione degli ebrei ostacolarono la carriera della Weill che con caparbietà riuscire a mantenere la galleria attiva fino al 1940 per chiuderla solo in parte durante l’occupazione della Francia. Nel 1948 fu insignita del titolo di Cavaliere della Legion d’Onore per il contributo dato all’arte moderna. Nel 1951, alla sua morte, Berthe Weill aveva presentato oltre 300 artisti nelle sue varie sedi espositive, svolgendo un ruolo spesso sottovalutato nella storia dell’arte moderna.

Foto: per gentile concessione Musée de l’Orangerie Paris













