Sarebbe bello vivere tante vite, reincarnarsi in diverse anime e viaggiare nella storia. Questo è il sogno di molti, ma non di Grisha, la cui vita si protrae da ormai quattrocento anni. Avete capito bene: Grisha si reincarna. Viaggia di secolo in secolo, di corpo in corpo, muore e rinasce in una metamorfosi senza fine. “Anime” (Giuntina), Neshamot nel suo titolo originale, è un romanzo sospeso tra sogno e realtà, e l’autore, Roy Chen, scrittore israeliano, è un vero demiurgo nel narrare questa storia originale e seducente; nella quale il tempo si dilata e il lettore riesce a perdersi in mondi incantati in cui la reincarnazione diventa la grande metafora del cambiamento.
Dalle vicende un po’ grottesche di un piccolo Shtetl, all’affascinante Venezia del 1700. Da un luogo all’altro, da un corpo all’altro Grisha, o dovrei dire Ghedalia, o magari Ghent, si contende l’attenzione del lettore, chiamato spesso in causa dalla madre Marina.
Profondo conoscitore del teatro, Roy Chen è il drammaturgo del teatro Gesher, un luogo simbolo dell’immigrazione russa. “Anime” non è solo il romanzo più letto in Israele nel 2020, ma è anche il libro che ha conquistato, come un vero e proprio colpo di fulmine, il pubblico del Bel Paese.
Così “Anime” diventa un viaggio esplosivo nella tradizione e nella storia ebraica che permette al lettore di vivere tante vite e di comprendere il ruolo fondamentale che le radici hanno nel tempo.