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    Cultura

    Al Museo HaMizgaga nel Kibbutz di Nahshonim un affascinante albero in vetro dell’artista italiano Crestani

    Il Museo Hamizgaga nel kibbutz di Nahshonim è un ‘luogo magico’: così lo presenta il CEO Roni Sofer Rosemblum, e i motivi di interesse e di fascino sono davvero molti. Roni ha deciso di lasciare il suo lavoro nel mondo dell’High Tech israeliana per dedicarsi a diffondere la conoscenza di uno scrigno di storia e cultura di Israele.

    Il kibbutz, innanzitutto, prende il nome da Nahshon Ben Aminadav, condottiero biblico della tribù di Giuda che secondo la tradizione fu il primo a entrare nel Mar Rosso prima che si aprisse per permettere l’uscita dei figli d’Israele dall’Egitto.

    Nahshon è stato anche il nome attribuito nel 1947 alla prima grande operazione militare dell’Haganah per assumere il controllo dei territori assegnati dal Mandato al futuro Stato d’Israele.

    L’edificio che ospita il Museo è stato costruito nel 1891 in pietra su due piani, a breve distanza dal sito archeologico di Tel Dor, su iniziativa del barone Edmond de Rothschild per adibirlo a fabbrica di vetro per la produzione di bottiglie per il vino da utilizzare nelle vicine delle aziende vinicole di Rishon Lezion e Zichron Ya’akov. Meir Dizengoff, molto prima di diventare sindaco di Tel Aviv, era il direttore dello stabilimento che a pochi anni dall’apertura dovette fronteggiare numerose difficoltà, fino ad essere chiuso e i locali abbandonati. Oggi, oltre un secolo dopo, i visitatori sono accolti in un prezioso e insolito museo di archeologia regionale e del vetro in cui mostre d’arte contemporanea di opere in vetro e ceramica vengono allestite accanto a reperti archeologici locali, di cui alcune risalenti all’epoca biblica. I principali ritrovamenti raccontano la storia dell’antica città di Dor che quattromila anni fa era un fiorente centro portuale fenicio che ospitava mercanti marittimi provenienti da tutto il Mar Mediterraneo. Il Parco Nazionale di Tel Dor si estende su 70 dunam (un dunam equivale a mille metri quadri) di territorio naturale con ritrovamenti anche di epoche ellenistica, romana e bizantina.

    Nel cortile del Museo è esposta una riproduzione di un’antica nave, risalente al IV secolo a.e.v., accanto si possono ammirare, ancore, strumenti nautici, cannoni, fucili baionette ed esplosivi databili l’epoca della conquista napoleonica della Terra di Israele. Nelle scorse settimane i laboratori per bambini, i tour e i workshop sono stati particolarmente frequentati, su tutti sempre molto apprezzato il colore azzurro cremisi di Tel dor che veniva ricavato dalla lumaca.

    L’artista italiano Simone Crestani ha donato al Museo un albero di vetro: “Ammiro la natura, mi riempie di stupore – spiega- mi ispira a dare forma alle mie opere. Sono prima di tutto un artigiano, poi un artista. La lavorazione del vetro è una tecnica molto complessa che richiede anni di studio e dedizione estrema. Ho avuto la fortuna di imparare fin da giovane. Il vetro mi ha scelto, prima ancora che avessi idea di cosa volessi diventare!”.

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