Chi fu
Stephen Sondheim? I più lo conoscono come paroliere per “West Side Story”.
Brani meravigliosi come “Tonight”, “America”, “I Feel Pretty” e l’ironico “Gee,
Officer
Krupke” fanno parte oramai
dell’immaginario collettivo.
Sondheim
nacque in un’agiata famiglia ebrea borghese. Il suo mentore fu uno dei grandi
di Broadway, Oscar Hammerstein II, quello di “Tutti insieme appassionatamente”
tanto per intenderci, che lo ha fatto inserire negli ambienti del teatro
musicale. Il successo non tardò ad arrivare ed è stato proprio West Side Story, che debuttò a Broadway
nel 1957 con le sue 732 repliche in cartellone a decretarlo. Da li in poi
Stephen Sondheim è stato inarrestabile con una carriera con tanti alti e molti
“onorevoli” bassi. Nei primi appartengono l’innovativo “Company” del 1970, con
il disneyano Dean Jones e una strepitosa Elaine Stritch, “Follies” dell’anno
successivo e soprattutto “Little Night Music” del 1973 che conteneva uno dei
suoi brani più famosi di sempre “Send in the Clowns” cantato nella prima
versione dalla britannica Glynis Johns, la mamma della famiglia Banks in “Mary
Poppins” al suo debutto al Broadway.
I suoi
insuccessi furono altrettanto sonori e spesso immeritati. Molti di quei
spettacoli sono stati ripresi trovando il successo che meritavano. Vale la pena
citare “Pacific
Overtures” musical “riformista” con
tecniche prese in prestito dal teatro giapponese Kabuki, di solo 193 repliche e
soprattutto il grottesco “Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street”: forse il capolavoro di Sondheim con due beniamini
del teatro musicale americano come Angela Lansbury e Len Cariou. Lo spettacolo
ha sconvolto il pubblico nel vedere tematiche come il cannibalismo e la
vendetta imbevute nel humor nero “vestite” da musiche sofisticatissime. Da quel
spettacolo, unico nel suo genere si è ispirato anche Tim Burton per il suo film
con Johnny Depp e Helena Bohman Carter.
E’
difficile rendere omaggio alla carriera di questo straordinario compositore:
nel 1984 firma la colonna sonora di “Reds” di Warren Beatty. Con Beatty
collabora anche nel successivo “Dick Tracy” e la sua canzone “Sooner or Later”
cantata da Madonna vince l’Oscar nel 1991. Sondheim ritorna al musical con
“Assassins” curioso exploit musicale dedicato alle figure
dei più famosi assassini dei Presidenti americani da John Wilkes Booth (Lincoln) a Lee Harvey Oswald (Kennedy) fino alla figura dell’italiano Giuseppe Zangara che attentò
alla vita di Franklin Delano Roosevelt. E poi Passion,
tratto dal film di Ettore Scola “Passione d’amore” con Donna Murphy. Forse il suo ultimo successo fu un
musical giovanile come “Saturday Night”.
Scritto a soli 23 anni su uno libretto dei fratelli Epstein, gli autori di
“Casablanca”, è stato messo in scena per la prima volta il 1997 e vinse
parecchi premi.
Stephen
Sondheim con il suo Premio Oscar, i suoi 13 Tony Award, gli 8 Grammy, e il
Premio Pulitzer, anche i suoi premi sono molti di più, rimarrà nella storia
come uno dei maggiori autori del teatro musicale americano, quello che tanto
deve alla cultura ebraica, di sempre.