Nel suo libro “La Guerra dei 6 giorni non terminò con mio padre” Alan Davìd Baumann ripercorre le vicende del padre Alberto. Nato nel ’33 a Milano, passò l’infanzia a Montecatini Terme, dove presto dovette subire le leggi razziali che a soli 5 anni lo espulsero da scuola. Negli anni ’50 arriva a Roma, dove frequenta ambienti intellettuali molto stimolanti e conosce l’artista Eva Fischer, destinata a diventare sua moglie, nonché madre di Alan. Nel 1967 sente il richiamo da Israele: quando scoppia la guerra, si affretta a partire per dare il suo contributo nella difesa dello Stato ebraico. Arriva il settimo giorno, ma resta alcune settimane per contribuire alla ricostruzione postbellica. Tornato in Italia, sente l’esigenza di parlare al mondo esterno: insieme ad alcuni amici e colleghi crea Shalom, il giornale della Comunità Ebraica di Roma. Nel suo libro, Alan Baumann oltre a raccontare alcuni passaggi salienti della vita del padre, propone attraverso articoli, lettere, poesie e tanti altri materiali una serie di riflessioni su Israele e l’antisemitismo, sottolineando che la guerra dei 6 giorni non è finita nel 1967.