Skip to main content

SPECIALE PESACH 5784

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    ‘Disaster’: il cortometraggio di Yoni Goodman sull’attacco di Hamas a Nir Oz

    “Come tutti gli israeliani, le ultime tre settimane mi hanno colto di sorpresa e mi hanno scosso parecchio. Anche se noi tutti stiamo cercando di aiutare il più possibile in questa nuova realtà, sentivo il reale bisogno di usare le mie capacità in qualche modo”.  Queste le parole di Yoni Goodman, autore israeliano di film d’animazione come “Valzer con Bashir” e “Dov’è Anne Frank”, che ha realizzato ‘Disaster’, un cortometraggio sull’attacco di Hamas al Kibbutz Nir Oz. 

    Nella descrizione del video Goodman spiega che a dargli l’opportunità è stata Renana Gome, che lo ha contattato per raccontare ciò che è accaduto ai suoi figli Or, 16 anni, e Yagil, 12 anni, rapiti da Hamas e portati a Gaza lo scorso 7 ottobre. “Mi ha chiesto di realizzare questo cortometraggio come parte della sua lotta per riportarli a casa. Renana è una donna incredibile. Non si fermerà finché i suoi figli non torneranno da lei” ha aggiunto l’autore. 

    Il corto inizia con il suono delle sirene. La voce narrante è quella di Renana che racconta la storia dei ragazzi nascosti nella stanza di sicurezza a Nir Oz. Sta parlando con loro al telefono, quando un terrorista li ha rapiti. “L’ultima volta che li ho sentiti, è stato quando il più piccolo mi ha detto: ‘Non prendermi, sono troppo giovane”. 

    Nella descrizione del video Goodman chiede, inoltre, di diffondere il suo lavoro per attirare l’attenzione internazionale sugli oltre 200 ostaggi di Hamas ancora trattenuti a Gaza da oltre tre settimane.

    Al momento dell’uscita del cortometraggio, Renana sapeva che i figli erano ancora vivi. “Con la speranza che tutti gli ostaggi ritornino, – aggiunge l’autore – che i combattimenti finiscano e che si possa trovare un modo per vivere in pace”.

    CONDIVIDI SU: