La forza e il coraggio di mimetizzarsi, di nascondere la propria identità non rinunciando però a preservare le proprie origini, è la storia raccontata nel libro “Camouflage” di Paul Bompard. Un testo che ripercorre le vicende di una famiglia italiana, che nel corso di tre generazioni, cerca di camuffare il proprio ebraismo. Ma c’è qualcosa che tiene i membri di questa famiglia misteriosamente vicini alla loro religione di provenienza, un senso di appartenenza che non ha un nome né una forma, eppure permetterà loro di preservare questo ebraismo di generazione in generazione. Quello che Bompard ci racconta è un interessante spaccato italiano: uomini che avevano preso parte al Risorgimento e avevano combattuto la Grande Guerra facendosi portatori di ideali colti e borghesi. Ma che, nel 1938, anno di emanazione delle Leggi Razziali, vedono portar loro via tutto, mandando in frantumi questa condizione serena comune a molti appartenenti all’ebraismo italiano. Questo clima vessatorio spingerà questa famiglia a cominciare il loro processo di mimetizzazione, molto comune tra gli ebrei europei. Un percorso che condurrà la famiglia dello scrittore da Roma a Livorno, fino ad arrivare a New York e a Londra. La narrazione restituisce a chi legge una vicenda familiare avvincente, che condisce pagina dopo pagina di preziosi dettagli storici. Un testo che analizza con meticolosità i grandi eventi storico-sociali: dall’unità d’Italia, alle guerre, passando per il fascismo e la Shoah. Un ebraismo latente, ma non per questo rinnegato, che si nasconde davanti al mondo per esser protetto e coltivato, quasi intrinsecamente tra le mura di casa, protetto da tutto, specialmente dai pregiudizi del mondo esterno.