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    ‘’L’ultima volta che siamo stati bambini’’: la tragedia del 16 ottobre vista dai bambini nel film di Claudio Bisio

    Il 16 Ottobre 1943 è il sabato nero degli ebrei di Roma, rastrellati in ogni zona della città per essere deportati nei campi di sterminio. Da questo tragico evento è nato il libro “L’ultima volta che siamo stati bambini” di Fabio Bartolomei, da cui è stato tratto l’omonimo film che segna il debutto alla regia di Claudio Bisio, nelle sale proprio in occasione del triste anniversario. Quattro bambini giocano alla guerra nella Roma degli anni ’40 mentre attorno esplodono le bombe della guerra vera. Italo è il figlio di un ricco Federale, Cosimo ha il papà al confino perché antifascista, Vanda è orfana, mentre Riccardo, infine, viene da un’agiata famiglia ebrea. Il 16 ottobre Riccardo viene portato via dai tedeschi dal Ghetto. I tre amici credono di sapere dov’è e decidono di partire in segreto per convincere i tedeschi a liberarlo. Al loro seguito una suora e il fratello di Italo, eroe di guerra, fascista. 

    La senatrice Liliana Segre ha mandato una lettera al neo regista, dopo la visione del film: “Caro Claudio, ho molto apprezzato il tuo film perché hai saputo rendere la freschezza e l’innocenza dei bambini con un tratto talmente sensibile da offuscare la tragedia che c’è sullo sfondo. Un abbraccio, Liliana”. 

    Ma quanto la tragedia della Shoah è stata offuscata dalla voglia di raccontare l’idea dell’innocenza perduta durante la guerra? Questi due eventi cosi tragici non possono che camminare a braccetto. Come in un perfetto equilibrio, da una parte si trova la leggerezza della commedia: Claudio Bisio, infatti, non dimentica la sua vita da comico, come non l’hanno dimenticata alcuni suoi illustri predecessori come Jerry Lewis e Roberto Benigni che hanno affrontato il tema della Shoah; dall’altra parte si affronta in tutta la sua drammaticità la tragedia della Storia. 

    “Non volevo fare un film né troppo realistico né troppo fiabesco”, dice lo stesso Bisio. E nonostante i riferimenti più diretti non siano verso i film più importanti sulla Shoah, ma comprendono pellicole come l’archetipico “Stand by me” di Ron Reiner e persino come l’avventuroso “Goonies”, la grande tragedia della seconda guerra mondiale è un peso che non si può ignorare. 

    Claudio Bisio, in questo road movie imbevuto nel nero, è riuscito, grazie anche ad un quartetto di giovani, anzi giovanissimi “absolute begginers” in uno stato di grazia, a parlare al grande pubblico raccontando gli orrori della guerra e della Shoah, proprio come la racconterebbero i bambini: in una maniera leggera e persino ironica. Ma quello che più conta è di essere riuscito a cogliere, come pochi altri, lo sguardo dei ragazzi, e non solo di “quei” ragazzi, aperto alla meraviglia che sanno affrontare la vita come la morte.

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