
Nel cuore di Monaco, un tragico attacco incendiario del 1970, che causò la morte di sette anziani ebrei, è tornato sotto i riflettori grazie alla riapertura delle indagini da parte della Procura locale. Dopo oltre cinquant’anni, un nuovo testimone ha fatto emergere informazioni ritenute finora credibili, portando gli inquirenti a riprendere un caso che ha segnato profondamente la storia della Germania del dopoguerra e della memoria collettiva dell’antisemitismo.
Il 13 febbraio 1970, un incendio devastante, provocato dalla benzina versata nelle scale della Comunità Religiosa Israelitica di Monaco, uccise sette persone. Tra le vittime c’erano Regina Rivka Becher, David Jakubowicz, e Meir Max Blum, tutti residenti nella casa di riposo. Alcuni dei defunti, come Jakubowicz e Pfau, erano sopravvissuti alla Shoah, aggiungendo altro dolore alla loro morte. L’incendio lasciò anche 13 feriti e danneggiò una sinagoga.
Le indagini iniziali suggerirono che il crimine fosse stato compiuto da un gruppo anarchico anti-sionista, ma questa pista non fu mai confermata. Anni dopo, nel 2013, un’altra teoria accusava il gruppo Tupamaros West-Berlin, un’organizzazione estremista di sinistra, ma le autorità conclusero che non fossero responsabili. Fino ad oggi, il caso è rimasto irrisolto, alimentando sospetti e inquietudini su chi e cosa potesse esserci dietro un atto tanto brutale.
La recente riapertura delle indagini segue la presentazione di un testimone che ha fornito nuove informazioni, giudicate credibili dalle autorità. Questo sviluppo offre una speranza, seppur lontana e tardiva, di giustizia per le vittime e per le loro famiglie. Il procuratore senior Andreas Franch ha confermato che la Procura di Monaco ha avviato ufficialmente le indagini il 31 gennaio 2025, sottolineando l’importanza di scoprire la verità, anche a distanza di tanti anni.
Questo attacco, che si verificò a soli tre giorni di distanza da un altro tragico episodio di violenza politica, l’assalto palestinese all’aeroporto di Monaco per dirottare un volo El Al, ha avuto una profonda influenza sulla comunità ebraica tedesca. La vicepresidente del Congresso Ebraico Europeo, Charlotte Knobloch, ha descritto l’incendio come il “più mortale attacco antisemita” in Germania nel dopoguerra, segnando la distruzione di uno dei principali luoghi di vita ebraica nella città.
Con la speranza che la giustizia possa finalmente fare luce su un atto di violenza che ha segnato una parte della comunità ebraica di Monaco, rimane forte l’impegno a mantenere viva la memoria e a garantire una lotta concreta all’antisemitismo, in tutte le sue forme.