Mercoledì 25 dicembre 2024, 24 di Kislev 5785. Al Tempio Maggiore di Roma, cuore pulsante della Comunità di Roma, ha inizio la celebrazione di Chanukkà. La sinagoga è gremita: famiglie, anziani, giovani e bambini si raccolgono in questo luogo carico di significati, creando un’atmosfera dove la sacralità si fonde con il calore umano.
Sulla Tevà, Rav Avraham Alberto Funaro accende con mano esperta lo Shammash, la candela servitrice, seguito dal primo lume della Chanukkià. Pronuncia le tre benedizioni e intona canti che risvegliano nei presenti il ricordo degli antichi miracoli. Un silenzio profondo avvolge la collettività.
A rompere questa quiete, il coro dei bambini della scuola elementare Vittorio Polacco. Le loro voci fresche, accompagnate dai balli gioiosi dei più piccoli degli asili israelitici Elio Toaff, inondano l’aria di speranza e rinascita. Questi canti, pieni di vita, rinnovano la luce che da secoli sfida le ombre della storia.
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Fuori, il freddo della notte romana abbraccia le strade e le piazze, ma dentro la sinagoga si respira un calore che non è solo quello delle fiamme della Chanukkià. È il calore umano di chi si unisce come una famiglia. I volti degli anziani sono segnati da lacrime silenziose, che portano con sé il peso del ricordo. I genitori osservano con orgoglio i propri figli, le loro melodie, le danze e i sorrisi, vedendo in loro il futuro del popolo ebraico.
In questo momento di profonda spiritualità, il Presidente della Comunità, Victor Fadlun, lancia un accorato appello: “Stringiamoci, preghiamo insieme. Le preghiere di un popolo unito salgono più in alto, si fanno ascoltare. Preghiamo per la liberazione degli ostaggi, affinché possano tornare alle loro case e celebrare questa festività con le loro famiglie”.
Le sue parole risuonano nei cuori di tutti. Ogni pensiero vola a Israele, a chi soffre nelle mani di Hamas, e a chi attende il loro ritorno. La luce della Chanukkià splende più potente delle tenebre, non solo come fiamma, ma come memoria, promessa e speranza in un avvenire migliore. Non è la prima volta che tentano di spegnerci, ma siamo ancora qui. La storia di Chanukkà ce lo insegna: la luce prevale sull’oscurità, sempre.
E così, mentre le preghiere si elevano e le melodie permeano l’aria, il popolo ebraico riafferma la sua verità più profonda: la sua luce non si spegnerà mai.