di
Silvia Haia Antonucci
La
nuova legge sul testamento biologico (D.A.T., ovvero Disposizioni Anticipate di
Trattamento) è stato il tema della conferenza organizzata dall’Associazione
Medici Ebrei, dall’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini e dalla Comunità
Ebraica di Roma. L’incontro, moderato dal prof. Giuseppe Badia, ha visto la
partecipazione del Vice Presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio
Paolo Ciani che ha affermato la necessità di leggi che definiscano le regole di
comportamento nella società attuale, sempre più individualista. La Presidente
della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello ha sottolineato come
nell’ebraismo sia imprescindibile il rispetto della dignità della persona. Il
prof. Giorgio Marcelli ha spiegato la legge (n. 219 del 22/12/2017) mettendo in
evidenza come sia fondamentale la capacità di scelta informata della persona.
Riccardo Di Segni, nella sua doppia veste di Rabbino Capo della Comunità
Ebraica di Roma e di medico, ha ricordato che, secondo l’ebraismo, il corpo non
è di proprietà dell’uomo, quindi è vietata l’interruzione della vita. E’ sempre
imperativo fare tutto il possibile per salvare l’essere umano ma è proibito
prolungarne inutilmente l’agonia ed è lecito rimuoverne gli eventuali
impedimenti artificiali. Comunque, ovviamente ogni caso individuale deve essere
valutato singolarmente. La legge recentemente approvata differisce dall’Halakhà
per quanto riguarda la liceità, permessa dalla normativa italiana, di
interrompere l’idratazione. Un incontro importante che ha chiarito numerosi
dubbi riguardo a una legge che resta comunque complessa e di non semplice
applicazione.