Michael Shor, chef uzbeko nato e cresciuto a Samarcanda, è protagonista di un progetto culinario benefico a sostegno dei soldati impegnati in guerra in Libano e a Gaza che merita di essere raccontato.
Allo scoppio della pandemia Covid-19, Michael Shor ha lasciato l’Uzbekistan con la famiglia per trasferirsi in Israele; da oshpazi, chef specializzato nella preparazione dell’oshpelo, ha subito voluto valorizzare il piatto simbolo della cultura e nelle tradizioni uzbeke.
L’oshpelo, noto anche come plov, ha come ingredienti base riso, carne prevalentemente di montone, carote e spezie, rappresenta molto più di una semplice combinazione di ingredienti: è l’emblema della condivisione, del rinnovarsi di legami tra persone e famiglie, un modo per esprimere calore, generosità e speranza, viene preparato in grandi quantità con antiche ricette custodite gelosamente da secoli nelle famiglie e tramandate di generazione in generazione. Ogni regione ha sviluppato la propria variante, utilizzando metodi di cottura specifici e ingredienti locali. L’oshpelo di Michael Shor si distingue per l’uso dei ceci mentre quello della città di Bukhara è noto per la ricchezza di spezie.
In questi lunghi mesi di guerra lo chef Shor, che non ha prestato il servizio militare perché non aveva ancora fatto l’aliyà, ha chiesto di poter cucinare nelle basi di IDF il suo oshpelo per un grande numero di soldati. Umile e sorridente, Shor ha coinvolto altri volontari e musicisti che lo accompagnano ormai da mesi nelle basi. Da cosa nasce cosa, con l’aiuto di Alexi Demchenko, giornalista attivo nei social media, Shor ha ideato il Pilafest, un festival benefico del riso pilaf aperto agli osphazi e al grande pubblico. I primi due appuntamenti, organizzati a Haifa e a Gerusalemme, hanno avuto un ottimo successo di partecipanti, sia chef amatoriali che donatori, tutti pronti per degustare il buon cibo uzbeko. Il terzo festival si è tenuto il 26 settembre scorso a Rishon Lezion, con una gara tra cuochi, a giudicare è stato chiamato lo chef Israel Aharoni. “Aharoni, come Michael, è nato a Samarcanda – ha spiegato Alexi Demchenko – per lui l’oshpelo è il sapore di casa, di famiglia, di un posto sicuro;ha subito aderito con entusiasmo”. Anche il musicista Vladimir Treletsky del duo “Pinchas e VuvaShekel” ha garantito l’accompagnamento musicale del festival e ha costruito una scaletta con la partecipazione della Lucky Swing Jazz Band e di Maria Krasilova che si sono offerti volontari per esibirsi durante evento. Il momento clou del festival è stata la presentazione della pentola oshpelo da 250 litri: “Ho cucinato il mio oshpelo per tutti i partecipanti del festival – commenta Shorcon orgoglio – È stata la più grande fiera culinaria d’Israele”.
Foto: Olena Ginzburg