I resti di un grande insediamento preistorico, risalente a 5.000 anni fa, sono emersi nel sito di Hurvat Husham, vicino alla città di Beit Shemesh. Secondo gli archeologi dell’Israel Antiquites Authority (IAA) questa scoperta fornisce informazioni senza precedenti sulla fase iniziale del processo di urbanizzazione nell’antica Terra di Israele.
Durante i lavori di scavo, compiuti per tre anni e mezzo, è venuto alla luce anche un importante edificio pubblico che potrebbe essere stato utilizzato per attività rituali, e, al suo interno, una stanza con circa 40 vasi intatti, numerosi di piccole dimensioni. Ciò suggerisce che questi non fossero utilizzati per uso domestico, ma avessero uno scopo principalmente simbolico. I reperti sono stati conservati nel posto originario, proprio come erano stati posizionati dalle persone che vivevano lì nell’Età del Bronzo Antico (fine del IV millennio a.e.v).
“È interessante notare che tutti questi vasi e le brocche siano stati posizionati qui poco prima che l’intero sito venisse abbandonato per sempre. – spiegano in un comunicato Ariel Shatil, Maayan Hamed e Danny Benayoun, direttori degli scavi dell’IAA – Si possono letteralmente immaginare le persone che hanno deposto gli oggetti, lasciando tutto qui. Non si sa cosa sia successo in questo luogo in seguito, ma ci sono segni di bruciature e vasi caduti l’uno sull’altro. L’esame di laboratorio del loro contenuto attraverso diversi metodi scientifici farà ulteriore luce sul sito: saremo in grado di dire se contenevano olio, acqua, grano, o forse erano specificamente per oli esotici o altre sostanze”.
“Le dimensioni della struttura emersa, le sue ampie mura, le panche al suo interno e altri oggetti indicano che si tratta di un edificio di grande importanza con una funzione pubblica, forse un tempio. – hanno aggiunto gli studiosi – Non conosciamo quasi nessun edificio pubblico in Israele di questo periodo antico e precedente. Il confronto con i pochi edifici del genere noti porta alla conclusione che questo è probabilmente uno dei primi templi mai scoperti nei bassopiani della Giudea”.
Nei pressi della struttura è stato scoperto anche un complesso di grandi monoliti preistorici disposti in file. “I monoliti furono posizionati anche prima che questo edificio pubblico fosse costruito. La loro presenza permette di comprendere il processo sociopolitico coinvolto nella nascita del servizio di culto a Hurvat Husham: sembra che in origine ci fosse un’area di attività di culto aperta al pubblico in generale, che poi si è trasformata in attività rituale in un complesso recintato con accesso più controllato – ha spiegato Yitzhak Paz, archeologo dell’IAA – Questo è uno degli indicatori dello sviluppo dell’urbanizzazione in Israele durante la prima Età del Bronzo. Nel sito sono state rinvenute anche due fornaci per la produzione di ceramiche, le più antiche mai scoperte in Israele”.
L’antico insediamento di Hurvat Husham è stato scoperto per la prima volta tre anni fa durante i preparativi per l’espansione della zona industriale ad ovest della città. Nel corso del tempo lo scavo è stato ampliato. Ciò ha chiarito non solo quale fossero le sue reali dimensioni ma ha anche rivelato “alcune delle prime caratteristiche della transizione dalla vita di villaggio a quella urbana. – hanno osservato i responsabili degli scavi – Il sito ci insegna che circa 5.000 anni fa, i primi passi verso lo sviluppo di una società urbana nei bassopiani della Giudea erano già stati fatti. Alcune generazioni dopo, vediamo già grandi città nella zona, circondate da mura, con palazzi e altri edifici, come a Tel Yarmouth, che è nel raggio visivo di questo sito”.
Secondo il direttore dell’IAA Eli Escusido: “La Terra d’Israele, per la sua natura e la sua posizione geografica, era un terreno fertile per lo sviluppo di antiche civiltà. Il sito di Hurvat Husham rivela un altro importante tassello nel puzzle dello sviluppo urbano nella nostra regione”.
Foto credit: Israel Antiquites Authority