Israele ha avviato un’indagine sull’incidente che ha coinvolto il contingente UNIFIL nel sud del Libano, confermando il proprio impegno a fare tutto il possibile per evitare di colpire le forze ONU e i civili non coinvolti nel conflitto. Lo ha affermato con un comunicato l’Ambasciata d’Israele in Italia, che ha espresso apprezzamento per il contributo delle forze di pace UNIFIL, in particolare per il contingente italiano, riconoscendo il loro impegno nel prevenire un’escalation nella regione.
L’Ambasciata ha inoltre sottolineato che Hezbollah sta cercando di nascondersi vicino alle basi UNIFIL, e che Israele ha già scoperto tunnel e depositi di armi nelle vicinanze di queste aree. La nota afferma che le forze israeliane, nel corso delle operazioni, hanno ripetutamente chiesto all’UNIFIL di spostarsi più a nord per evitare di essere coinvolte nei combattimenti, ma queste richieste non sono state accolte.
L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, durante una seduta del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ha ribadito l’impegno di Israele nel “distruggere l’infrastruttura di Hezbollah” nei pressi della Linea Blu. Ha inoltre esortato nuovamente l’UNIFIL a ritirarsi di almeno 5 chilometri a nord per evitare ulteriori rischi. “La nostra raccomandazione è che l’UNIFIL si sposti per evitare di essere coinvolta nei combattimenti, in una situazione resa estremamente volatile dalle continue aggressioni di Hezbollah”, ha dichiarato Danon.
Ieri un carro armato Merkava delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) ha colpito una torre di osservazione presso il quartier generale UNIFIL a Naqura, ferendo lievemente due peacekeeper indonesiani. Sono state inoltre colpite le basi 1-31 e 1-32A, dove sono presenti truppe italiane, costrette a rifugiarsi in bunker. Tuttavia, fonti israeliane hanno chiarito che non si trattava di un attacco diretto alle forze UNIFIL, ma di un’azione mirata contro una torretta di osservazione equipaggiata con telecamere, situata vicino a un’area sotto il controllo di Hezbollah.
Secondo il portavoce dell’IDF, l’area è una “zona di guerra aperta”, dove Hezbollah ha costruito bunker sotterranei e altre infrastrutture militari. L’esercito israeliano ha ribadito di aver chiesto più volte il ritiro del contingente UNIFIL da determinate zone strategiche, per facilitare le operazioni contro Hezbollah. Tuttavia, l’UNIFIL ha scelto di rimanere nelle proprie postazioni. Andrea Tenenti, portavoce dell’UNIFIL, ha infatti dichiarato: “Siamo qui perché ce lo ha chiesto il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e continueremo a fare il nostro lavoro finché le condizioni lo permetteranno”.