Il 7 ottobre ha profondamente segnato molte comunità ebraiche in tutto il mondo, rivelando l’unione e la forza che Am Israel, il Popolo Ebraico, sa esprimere nei momenti di gioia e in quelli di difficoltà. A Roma, un contributo significativo è arrivato dai movimenti giovanili Hashomer Hatzair e Bnei Akivá. Grazie alla dedizione dei loro coordinatori, questi movimenti giovanili ebraici hanno sostenuto Israele in modo costante, un impegno diventato ancora più evidente dopo il 7 ottobre. Tra le prime iniziative comuni dei due movimenti, realizzate in collaborazione con il Keren Kayemeth e il Pitigliani, e con il patrocinio della Comunità Ebraica di Roma e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, vi è stata la narrazione della storia del Kibbutz Holit. Fondato nel 1977 nella penisola del Sinai, Holit si trovava nel sud-ovest di Israele, vicino al confine con Gaza; il suo nome in ebraico significa “sabbia”. Tra le sue caratteristiche più significative c’era la capacità di mantenere una comunità coesa nonostante la diversità dei suoi membri, che nel tempo includevano sempre più famiglie. Tuttavia, il kibbutz è stato tragicamente distrutto dai terroristi di Hamas. Dall’incontro è emerso chiaramente, come sottolineato dai ragazzi dei movimenti, che “Il compito principale dell’Hashomer Hatzair e del Bnei Akivá da anni è quello di portare avanti dei principi corretti, agendo giorno dopo giorno, con l’augurio di poterlo fare sempre più attivamente”.
Questo impegno si è manifestato in numerosi modi. Nonostante la difficile situazione in Medio Oriente a partire dal fatidico giorno di ottobre, Israele continua a difendere il proprio diritto di esistere, giorno dopo giorno, con bambini, donne, anziani e uomini ancora ostaggi, da oltre 300 giorni nelle mani di Hamas. L’Hashomer Hatzair e il Bnei Akivá hanno cercato in ogni occasione di esprimere la loro vicinanza, organizzando ad esempio raccolte fondi in occasione di Yom Ha’atzmaut e alla festa di Purim, o attraverso la “Giornata delle Challot Mamme e Figlie” organizzata al Bnei Akivá. In occasione del giorno della memoria, i due movimenti si sono riuniti per un mifkad speciale per riflettere sul passato e sul presente. Inoltre, i movimenti si sono battuti per i diritti umani ebraici, come dimostra la lettera dell’Hashomer Hatzair all’associazione “Non Una di Meno” in occasione del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, che non ha mai ricordato le ragazze israeliane vittime del terrorismo di Hamas, escludendole dalla lotta patriarcale, la quale dovrebbe essere apolitica. I ragazzi dell’Hashomer Hatzair hanno criticato l’associazione per essersi concentrata sulla difesa del popolo palestinese senza condannare Hamas, un gruppo terroristico misogino, omofobo e patriarcale.
Il Bnei Akivá ha contribuito attraverso la musica. Da anni, il movimento organizza il “Jewrovision”, un evento in cui i ragazzi di ogni kvutzà – gruppo – scrivono canzoni, e una di esse viene scelta come vincitrice. Quest’anno, la canzone vincitrice del Bnei Akivá Italia si intitola “Un grido di pace”: “Thank you Israel, we feel at home and all the Jewish together are stronger – Grazie Israele, ci sentiamo a casa. Gli ebrei insieme sono forti”. Anche durante i mesi estivi, i movimenti hanno continuato il loro lavoro. I campeggi estivi organizzati da Hashomer Hatzair e Bnei Akivá sono stati un chiaro esempio di come, nonostante la situazione complessa, il legame con Israele e l’impegno per la comunità siano rimasti saldi. Il Bnei Akivá ha esplorato il tema di Israele da diverse prospettive, studiando e analizzando i grandi leader e il loro impatto sulla storia del paese. L’Hashomer Hatzair ha accolto ragazzi provenienti dai kibbutz sfollati di Sasa e Baram, situati nel nord di Israele, nella regione della Galilea. Sasa si trova nella parte occidentale della Galilea, vicino al confine con il Libano, mentre Baram è situato più a est, anch’esso vicino al confine libanese.
La risposta dei movimenti Hashomer Hatzair e Bnei Akivá dopo il 7 ottobre dimostra non solo una dedizione incrollabile, ma anche il potere della solidarietà e dell’azione comunitaria. Attraverso il loro impegno costante, dalla raccolta fondi alla promozione della cultura e dei valori ebraici, i movimenti giovanili ebraici hanno dimostrato che, anche nei momenti più critici, l’unione e la determinazione possono fare la differenza. La loro attività continua non solo a rappresentare una costante fonte di sostegno, ma offre anche un esempio di come la comunità ebraica può affrontare le sfide con forza e resilienza, soprattutto grazie all’aiuto dei giovani, che da anni si impegnano per sostenere Eretz Israel