Combattere l’odio e l’antisemitismo attraverso l’uso della tecnologia. Questo è stato il tema della conferenza “Hack the Hate”, organizzata dalla 8200 Alumni Association e da Generative AI for Good, con la partecipazione di aziende e istituzioni quali Microsoft, Bank Hapoalim e il Ministero degli Affari della Diaspora.
L’evento, tenuto il 10 settembre a Tel Aviv, ha affrontato principalmente l’antisemitismo online, un problema che non riguarda solo gli ebrei e lo stato di Israele, ma ha un impatto globale. Figure di spicco come Chen Shmilo, CEO della 8200 Alumni Association, e Shiran Mlamdovsky Somech, CEO di Generative AI for Good, hanno sottolineato in un’intervista al Jerusalem Post, la gravità della situazione. “L’antisemitismo non rimane confinato al cyberspazio, si manifesta in azioni reali contro la nostra gente nei campus e nelle strade”, ha detto Shmilo, poi ha aggiunto “sono necessari solo 15 secondi per far sì che una persona ne odi un’altra”.
“Prima del 7 ottobre, l’antisemitismo mi sembrava lontano, ma dopo il massacro più brutale dai tempi della Shoah e l’ondata di antisemitismo globale, mi è chiaro che ora ci troviamo di fronte a una nuova realtà” ha dichiarato invece Mlamdovsky Somech.
Successivamente, l’attenzione si è concentrata su due panel: il primo dedicato alla tecnologia e alla disinformazione, e il secondo all’educazione e alla raccolta fondi. È emerso chiaramente come la globalizzazione mediatica, in un momento così delicato, possa facilitare la diffusione dell’odio. È necessaria una risposta preventiva; come spiegato dagli esperti, attraverso misure di sicurezza informatica e contenuti educativi d’impatto, l’industria tecnologica e l’IA possono svolgere un ruolo significativo nel promuovere la tolleranza e nel proteggere contro ideologie dannose.
L’evento è stato visto come un primo passo in una battaglia più ampia, in cui Israele potrebbe diventare un hub tecnologico per contrastare l’odio e la disinformazione online. Numerosi ospiti si sono affollati nella sede dell’evento, dimostrando una comprensione diffusa delle minacce alla sicurezza globale e un forte desiderio di contribuire, anche se molti non sono ancora certi su come farlo al meglio.