L’antica Torà di Shem Tov, risalente a 700 anni fa e acquistata nel 1994 dal banchiere Jacob (Jacqui) Safra per 825.000 dollari, è stata venduta all’asta da Sotheby’s la scorsa settimana a New York, dopo una fitto rilancio di offerte tra tre acquirenti anonimi. Il prezioso testo è stato venduto per 6,9 milioni di dollari. La Bibbia, nota come “Tanach Shem Tov” fu scritta nel Regno di Castiglia (nell’attuale Spagna) intorno all’anno 1312, ed è considerata una delle versioni più accurate della Bibbia ebraica scritta a mano.
Il testo, scritto da Rabbi Shem Tov ben Avraham Ibn Gaon, ha intrapreso un viaggio intorno al mondo che è iniziato nel Regno di Castiglia ed è proseguito in Medio Oriente, Africa, Europa e Safed, dove è stato acquistato da un ricco uomo di Baghdad. Il manoscritto è sempre stato conservato dalle famiglie nobili della comunità ebraica locale. Uno dei suoi proprietari in passato fu il famoso collezionista David Solomon Sassoon, che lo acquistò nel 1909. Dopo la sua morte, questa Torà fu venduta per la prima volta da Sotheby’s a New York. La famiglia Safra ha acquistato il libro nel 1994, aggiungendolo così alla loro collezione di manoscritti storici ebraici, che comprende anche il Codice Sassoon che è stato venduto nel maggio 2023 per 38,1 milioni di dollari, diventando il manoscritto ebraico più costoso mai venduto.
Durante l’ultima asta, la concorrenza per aggiudicarsi questa Torà è stata particolarmente agguerrita. Secondo i presenti, hanno partecipato telefonicamente almeno tre acquirenti. Infine, la Bibbia è stata venduta per un totale di 6,9 milioni di dollari, comprese le commissioni, ad un acquirente anonimo. La famiglia Safra, una delle più importanti famiglie di banchieri al mondo, è originaria della Siria ha avuto fortuna in Libano, con l’apertura della prima banca da parte di Jacob Safra nel 1920 a Beirut. La famiglia è oggi nota per i suoi investimenti globali.
La Bibbia di Shem Tov non è solo un bene finanziario, ma anche un elemento culturale e storico di enorme importanza. Fu scritto durante l’età d’oro della Spagna, quando ebrei, musulmani e cristiani vivevano fianco a fianco in una cooperazione culturale relativamente insolita, e questo elemento è evidente nel suo complesso lavoro di progettazione, che combina stili artistici di tutte le religioni monoteistiche.
L’autore non era impegnato solo in manoscritti ebraici, mezuzot e tefillin, ma era un vero e proprio artista. Le sue pagine sono piene di illustrazioni e simboli appartenenti al mondo della flora e della fauna, motivi architettonici come gli archi a ferro di cavallo (che rivelano una chiara influenza musulmana), e persino immagini mistiche come il serpente Ouroboros (il serpente che si mangia la coda). Gli esperti spiegano che si tratta di un’opera artistica rara, in quanto le illustrazioni sono direttamente correlate al testo scritto, il che indicherebbe che lo stesso Ibn Gaon potrebbe essere stato l’illustratore del testo.
Nel corso degli anni, il documento passò attraverso importanti collezioni fino ad arrivare nelle mani di Safra. In precedenza, è stato esposto in prestigiose mostre in tutto il mondo, tra cui Amsterdam, Berlino e New York.