L’archeologia ha spesso il potere di parlarci dal passato. Sei anni dopo essere caduta dal Muro Occidentale, a Gerusalemme, una massiccia pietra del peso di circa 400 chilogrammi (quasi 900 libbre) è stata trasferita per l’esposizione al pubblico. La pietra ora “riposa” accanto ad altri massi caduti nel Giardino Archeologico di Gerusalemme al Davidson Center. Nel 2018, poco dopo la preghiera serale per il giorno del digiuno di Tisha B’Av, la pietra si è staccata dal muro ed è caduta da un’altezza di diversi metri, sulla piattaforma della sezione Ezrat Yisrael vicino alla piazza del Muro Occidentale. Una donna, intenta a pregare è stata testimone di tutta la scena.
Da allora, la pietra è stata sottoposta a test e ricerche archeologiche approfondite, secondo la Jewish Quarter Reconstruction and Development Company. “Questa pietra, rappresenta una testimonianza importante di migliaia di anni di preghiera, speranza e fede”, ha spiegato il CEO della Jewish Quarter Reconstruction and Development Company Herzl Ben Ari. “Lo studio di questi massi è più di un semplice evento fisico; è un’opportunità per collegare il passato con il presente, apprezzare la ricca storia di questo luogo sacro e preservare la connessione tra le generazioni”.
Dopo la caduta, l’Israel Antiquities Authority ha condotto un’indagine ingegneristica sulla conservazione dei massi del Muro del Pianto. Che ha poi portato all’esposizione della pietra. Ezrat Yisrael, il sito in cui è caduta la pietra, si trova a sud della piazza centrale del muro ed è riconosciuta come la nota area di preghiera delle donne del Muro Occidentale – parte dell’antico muro di contenimento del Monte del Tempio. D’ora in poi, il masso verrà esposto e sarà visibile assieme a molte altre pietre simili, una testimonianza dal passato di quanto l’area del Tempio di Gerusalemme abbia sempre avuto una forte sacralità per il popolo ebraico.