È stata una celebrazione diversa dal solito quella di Tu B’Av di quest’anno, caduto proprio il 19 di agosto. In questo giorno, il 15 di Av, a breve distanza dal 9 di Av che rappresenta il giorno di lutto per la distruzione del Beth Hamikdash, abitualmente esplode un’ondata di allegria e vitalità con questa festa, Tu B’Av appunto, dedicata all’amore e all’agricoltura.
La Mishnà di Ta’anit racconta che in questa giornata i giovani, vestiti di bianco, si riunivano per danzare e conoscersi, abbattendo solo per questo giorno l’antica tradizione che impediva i matrimoni tra tribù diverse, trasformando Tu B’Av in un simbolo di riunificazione. Inoltre, il 15 di Av segnava l’ultima opportunità per raccogliere legna prima del riposo invernale e coincideva con la fine della vendemmia, quando l’uva veniva raccolta per produrre il vino. Questa giornata è diventata un momento di grande gioia per Am Israel, che celebra l’amore in ogni angolo del mondo.
Quest’anno, però, il significato di Tu B’Av è stato immerso in una tristezza profonda. Dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, molti giovani sono ancora prigionieri nelle mani di Hamas, lontani dai loro cari e impossibilitati a celebrare Tu B’Av. Da qui è nata la storia di Ziv Abud, una giovane donna che, seduta sul lungomare di Tel Aviv, con il tramonto a farle da sfondo, ha organizzato una cena romantica, stringendo tra le mani una foto di Eliya Cohen, il suo grande amore, ostaggio a Gaza da 318 giorni. Vestita con un abito rosso, Ziv ha preparato un tavolo per due e ha parlato con i passanti, condividendo la sua speranza nel ritorno di Eliya e il desiderio di poter celebrare il matrimonio che lui stava pianificando.
L’ultimo ricordo che ha del suo amato è legato al Nova Festival del 7 ottobre, pochi istanti prima che i missili iniziassero a cadere, che i colpi di arma da fuoco si avvicinassero e che il terrore esplodesse, con il massacro perpetrato da Hamas con distruzione, uccisioni, stupri, rapimenti. Ziv riuscì a sopravvivere, mentre il suo amato fu portato via a Gaza.
In questo giorno speciale, Ziv e molti altri giovani vivono un contrasto straziante tra la gioia prevista e la realtà del dolore. Alcuni sono tutt’oggi vittime e ostaggi di Hamas, mentre altri ragazzi lottano tra la vita e la morte lungo i confini di Erez Israel, per assicurare al popolo ebraico di portare avanti la simchà, il sentimento di gioia e speranza, in un momento di grande oscurità.