Occhi puntati questa sera sulla cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 che si svolgerà allo Stade de France di Saint Denis. Dopo lo spettacolo inaugurale sulla Senna, lo show intitolato “Records” durerà circa due ore e promette di essere indimenticabile. Thomas Jolly, direttore artistico di tutte le cerimonie dell’Olimpiade, ha coinvolto acrobati, circensi, ballerini e pompieri-ginnasti per proporre una coreografia che ruoterà attorno a strutture metalliche che rappresentano gli anelli olimpici, con un viaggio nel tempo, tra passato e futuro, e un omaggio a Pierre de Coubertin. Il protocollo prevede la sfilata delle bandiere e degli atleti, lo spegnimento della fiamma olimpica e il passaggio delle consegne a Los Angeles, che ospiterà le competizioni nel 2028.
Le due settimane di competizioni non hanno fatto dimenticare ai tanti ebrei giunti da tutto il mondo lo Stato d’Israele, con i nemici determinati ad attaccare da nord e da sud, gli ostaggi ancora prigionieri di Hamas. Gli atleti israeliani hanno conseguito ottimi risultati, superiori alle più rosee aspettative e alle medaglie dei Giochi Olimpici di Tokio, hanno dimostrato una straordinaria resilienza e una determinazione mai banale. Nel windsurf Tom Reuveny ha vinto un sensazionale oro, Sharon Kantor un argento; argento anche per il ginnasta Artem Dolgopyat, per Raz Hershko nel judo maschile e per Inbar Lanir in quello femminile. Valgono per tutti le parole di Peter Paltchik, medaglia di bronzo nel judo che ha così commentato la sua prestazione: “il periodo che stiamo attraversando nel nostro Paese, la guerra, le ferite, le persone che non vedremo più: volevo solo rendere tutti felici”. Nella prova a squadre di ginnastica ritmica, le atlete israeliane hanno fatto storia conquistando un memorabile argento davanti all’Italia.
Durante queste Olimpiadi i sostenitori giunti da tutto il mondo si sono trovati spesso a festeggiare le vittorie di atleti ebrei: merita ricordare qualcuno di loro partendo dalle sorelle australiane Fox allenate dalla simpatica e frizzante mamma Myriam. Jessica, portabandiera alla cerimonia di apertura, non ha deluso le aspettative conquistando due medaglie d’oro nella canoa e nel kayak K1 che si aggiungono alle quattro che aveva conquistato nelle precedenti gare a cinque cerchi, diventando così l’atleta australiana più medagliata di sempre; la sorella più giovane, Noemie, ha conquistato anche lei una medaglia d’oro nel kayak cross.
Ottant’anni fa il Grand Palais di Parigi era la sede della peggiore propaganda dell’occupazione nazista, dopo la liberazione ha ospitato una delle prime mostre sui crimini nazisti e sulle azioni perpetrate contro gli ebrei; in queste settimane le gare di scherma e di taekwondo hanno visto trionfare proprio al Grand Palais sei grandi campioni ebrei americani.
In piscina la leggendaria Katie Ledecky ha raggiunto il primato di tredici medaglie olimpiche, portandola ad essere la migliore atleta a stelle e strisce di sempre.
La ventenne Amit Leor, figlia di genitori israeliani, ha rilasciato una commovente intervista dopo aver vinto la prima storica medaglia d’oro americana nel wrestling.
“Kol Israel arevimze la ze” “Ogni ebreo è garante l’uno per l’altro”: i Giochi Olimpici di Parigi sono forse stati l’occasione per ottemperare a questo principio dell’etica ebraica spesso disatteso?