Si è tenuta questa mattima presso il cimitero del Verano, presso il Muro del deportato, la cerimonia per il 76° Anniversario della deportazione dei cittadini romani, ebrei e non ebrei.
L’importanza di questa cerimonia, ma soprattutto la sua costante attualità come messaggio da rivolgere alle nuove generazioni, è stata sottolineata dagli interventi delle autorità intervenute.
Il Vicesindaco con delega alla Crescita culturale Luca Bergamo ha sottolineato lo sforzo compiuto nel dopo guerra dalla Comunità ebraica di Roma per risollevarsi dalla tragedia della Shoah e ha rivolto un ringraziamento “per l’impegno così attivo che la comunità ebraica romana svolge al servizio della città”.Il presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, ha auspicato che il Muro del deportato acquisti una dignità come luogo della memoria della città, “al pari di altri luoghi”, e nel ricordare l’impegno profuso dall’Aned ha ricordato Grazia Di Veroli, recentemente scomparsa che ha ricoperto per anni il ruolo di vice presidente dell’Associazione romana.
Aldo Pavia, presidente dell’ANED, ha posto l’attenzione e ha denunciato i rigurgiti nazifascisti, di fronte ai quali “è necessario riaffermare il monito MAI PIU’ che è l’insegnamento che ci hanno affidato i sopravvissuti alla Shoah”. Ovviamente tutti hanno ricordato Piero Teracina, scomparso poche settimane fa, che tra i sopravvissuti ad Auschwitz ha svolto per anni un instancabile lavoro di educazione, rivolto soprattutto alle nuove generazioni.
Alla cerimonia erano inoltre presenti la consigliera Livia Ottolenghi, in rappresentaznza dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, per la Comunità ebraica di Roma, il vicepresidente Ruben Della Rocca e l’assessore alla Memoria Massimo Finzi e per l’Aned anche il vicepresidente della sezione romana, Andrea Di Veroli.