Nell’appuntamento con “Sorgente di vita”, domenica 22 dicembre alle 8,35 su Rai2 e, in replica, venerdi’ 27 dicembre all’1,25, ci sara’ un omaggio a Piero Terracina, uno degli ultimi testimoni italiani della Shoah. Scomparso l’8 dicembre scorso a 91 anni, aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita a raccontare la sua storia ai giovani. Arrestato a Roma dai tedeschi nel ’44, deportato ad Auschwitz, era l’unico sopravvissuto di una famiglia di otto persone. In un’intervista del 2006 raccontava il suo impegno, nonostante l’emozione e le difficolta’, per trasmettere la Memoria alle nuove generazioni. A seguire, Chanukka’, la festa delle luci, che celebra una storia del II secolo prima dell’era volgare: la vittoria dei Maccabei contro l’invasione ellenistica e la riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme che era stato profanato. Nelle vie dell’antico quartiere ebraico di Roma, le voci, i dolci, e per i piu’ piccini le immagini di un cartone animato prodotto da Rai Ragazzi. “L’ultima Dogaressa” e’ la mostra che celebra i trent’anni di vita veneziana di Peggy Guggenheim, la signora dell’arte moderna: collezionista, mecenate e protagonista del mondo delle avanguardie. Dipinti, sculture e lavori su carta, le pietre miliari dell’arte del XX secolo: dai grandi Pollock a Francis Bacon e Rene’ Magritte, da Giacometti a Brancusi e Calder. Per la prima volta sono esposti al pubblico una serie di rarissimi scrapbooks della “Dogaressa”. Etgar Keret, uno dei piu’ famosi autori israeliani contemporanei, ha presentato a Milano il suo ultimo libro “Un intoppo ai limiti della Galassia”: una raccolta di racconti in cui personaggi borderline si muovono in situazioni surreali. Come sempre Keret affronta i temi della sua identita’: ebraismo, Israele, memoria della Shoah, senza mai rinunciare alla leggerezza e all’ironia che compongono un caleidoscopio narrativo irresistibile. La festa del “Sigd” degli ebrei etiopi a Gerusalemme: ombrelli colorati e canti per rinnovare una tradizione millenaria che affonda le radici nella leggenda. Arrivati in Israele a partire dagli anni ’80, con ponti aerei che li strappavano alle persecuzioni di Menghistu, si sono inseriti faticosamente nella societa’ israeliana, cercando di mantenere le antiche tradizioni.