Dopo aver riempito oltre cento piazze italiane, per il Movimento delle Sardine è arrivato il turno di Roma, Piazza San Giovanni. 35000 persone presenti, dicono fonti della Questura della Capitale.
Si tratta di qualcosa di totalmente nuovo nel panorama politico italiano, che trova il proprio fondamento nella ribellione popolare di fronte al linguaggio dell’odio promosso dai partiti populisti di destra e che si schiera a favore dell’accoglienza, del progressismo e del rispetto dei diritti umani.
‘’Ora o fondiamo un partito, o porteremo alla politica le nostre proposte’’ dice il leader Mattia Santori.
Si tratta di uno step successivo inevitabile, di fronte ad un’opinione pubblica che dopo aver visto radunate centinaia di migliaia di persone, ora chiede delle proposte concrete e l’inserimento delle Sardine negli assetti della politica, direttamente o indirettamente.
Fatta una breve e doverosa analisi, come Magazine della Comunità Ebraica romana e italiana si è quantomeno in dovere di fare un’analisi degli effetti che questo potrebbe avere sull’Ebraismo italiano. Così, giusto per stare tranquilli.
In fin dei conti, perché un Movimento così pacifico, tranquillo, inclusivo, dovrebbe influenzare il mondo ebraico? Non si sa esattamente, tant’è che qualche ebreo interessato alla politica si è anche palesato alla manifestazione, così, tanto per sentire che dicono. Uno di questi sta scrivendo questo articolo.
Nel caos generale: ‘’Io sono Nibras, sono una donna, sono musulmana, sono figlia di palestinesi.’’
Una delle intervenute sul palco sta scimmiottando il discorso della leader FDI Giorgia Meloni di qualche tempo fa, proprio a Piazza San Giovanni. Applausi scroscianti. Il lettore capirà bene che, anche per l’ebreo più aperto e disponibile alla Soluzione due Stati e alla dignità dello Stato di Palestina, una standing ovation a ‘’palestinesi’’ fa suonare quantomeno un campanellino d’allarme, seguito da un’innocente ricerca su Google. ‘’E questa chi è?’’
‘’Questa’’ è Nibras Asfa, presente alla manifestazione con suo marito Sulamain Hijazi.
Nibras Asfa ha scritto sul suo profilo Facebook il 14 maggio 2018: ‘’Il sionismo è la più spietata forma di colonialismo attualmente attivo, perfido e radicato in quanto ammantato in un misto di mitologia, di religione e di una montagna di menzogne e propaganda. Gli ebrei credenti aborriscono il sionismo e con lui quel mostro chiamato Israele.’’ Carino.
Suo marito Hijazi (nella foto) collabora con l’Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (Abspp), una Onlus nel cui logo appare una mappa di Israele, dipinto nel verde dell’Islam politico, lo stesso dei colori di Hamas. Chiaramente un caso.
L’8 novembre scorso ha inoltre scritto su Facebook: “La Palestina sta sotto un’occupazione da 70 anni.’’
Seppur in modo estremo, falso ed estremamente fazioso, Hijazi sta semplicemente sostenendo la propria causa e una propria opinione politica, non si tratta di certo di Antisemitismo. Ironico? Forse. In un altro post (10 novembre) troviamo un invito a non paragonare assolutamente la Shoah al Conflitto israelo-palestinese. Affermazione giusta e rispettabile. Seguita da: “La causa palestinese è una causa nobile e umana e non va paragonata a niente, soprattutto alla Shoah perché noi palestinesi saremmo stati i primi a ricevere gli ebrei che hanno subito massacri.’’ Tuttavia, il Gran Muftì di Gerusalemme e leader palestinese al-Husseini è stato grande alleato di Adolf Hitler. I primi a ricevere chi?
Certo, questo non equivale assolutamente ad una difesa del Movimento terroristico Hamas, assolutamente.
Questo no, ma quello che segue sì. Nel 2015, scrive su Facebook: ‘’ II nostro movimento della resistenza che ha combattuto e continua a combattere in Palestina (Hamas) viene considerato in Egitto come un movimento terroristico”.
Spopola sul web una foto dei coniugi col leader delle Sardine Mattia Santori, che, alla luce di ciò che abbiamo sopra esposto, forse deve più di una spiegazione. Un Movimento che si pone gli obiettivi di limitazione dei linguaggi d’odio nella politica e la propagazione di ideologie inclusive e progressiste dovrebbe guardarsi dall’includere nei propri assetti due sostenitori di Hamas.