Le donazioni di sangue salvano la vita di circa 630mila persone all’anno solo in Italia: si tratta di una atto dal grande valore umano che non richiede quasi alcuno sforzo. Eppure, i numeri dei donatori sono ancora molto esigui in tutto il Paese. Per questo l’ebraismo romano ha da anni avviato concreti sforzi per cercare di coinvolgere più persone in questa azione. Dopo tante giornate ad hoc e numerose iniziative di sensibilizzazione, il Gruppo Ebraico Donatori, in collaborazione con l’Associazione Medica Ebraica e con Ematos onlus, ha organizzato presso l’Ospedale Isola Tiberina – Gemelli la Settimana del Dono del Sangue della Comunità Ebraica di Roma. Da lunedì 1 a domenica 7 luglio dalle 8 alle 11 si potrà accedere – previa prenotazione al numero 389 9159724 – alla sala donazione dell’Ospedale per portare il proprio contributo.
“La necessità di sangue è continua, eppure si nota spesso poca consapevolezza nella popolazione – spiegano il Dott. Fabio Gaj, responsabile del Gruppo Ebraico Donatori, e il Dott. Jacopo Castelnuovo, Presidente AME – Chiunque può essere interessato, visto che il bisogno di sangue può emergere nei casi più disparati, da interventi chirurgici anche non impegnativi a emergenze contingenti come incidenti stradali. Per questo noi come AME e Gruppo Ebraico Donatori abbiamo organizzato tante iniziative per sensibilizzare le persone, come la recente attività presso la scuola ebraica che ha stimolato diversi ragazzi ad aderire”.
La donazione non è una procedura pericolosa e il colloquio con il medico minimizza la possibilità che donino persone a rischio di eventi avversi o che siano incorse in situazioni che per svariati motivi potrebbero sconsigliare la donazione. Per donare occorre avere più di 18 anni e pesare almeno 50 kg. Non serve essere a digiuno, è possibile fare una colazione leggera, purché non si assumano latte o derivati. Il donatore di sangue che è lavoratore dipendente ha diritto a un permesso di lavoro per l’intera giornata in cui effettua la donazione. Al termine della donazione ha diritto a una colazione che viene offerta dall’ospedale e a distanza di qualche giorno vengono comunicati anche i propri di valori analizzati contestualmente alla donazione.
Le donazioni di sangue sono indispensabili nel trattamento di moltissime patologie. Un paziente affetto da talassemia, per esempio, ha bisogno di circa 25 trasfusioni di sangue all’anno per vivere. Dalle 30 alle 40 sacche di sangue servono dopo un intervento chirurgico delicato come un trapianto di cuore. Trasfusioni servono anche per trattare la leucemia o le insufficienze renali croniche. Donare il plasma, la parte liquida del sangue, serve anche a produrre medicinali plasmaderivati come l’albumina o le immunoglobuline, utilizzati per diverse terapie gratuite e salvavita, da quelle per le malattie del fegato, fino ai trattamenti antitetano.
“Il sangue è un elemento salvavita e purtroppo non si può costruire in laboratorio come se fosse un farmaco o un vaccino – aggiungono Gaj e Castelnuovo – Inoltre, dal punto di vista ebraico è una mitzvà: come dice il Talmud ‘chi salva una vita salva il mondo intero’ e donando il sangue si possono salvare molte vite”.