Trovati alcuni stemmi della nobiltà britannica, incluso quello di Re Giorgio V, sulle pareti di un ospedale per la cura delle malattie oculari, attivo a Gerusalemme oltre 100 anni fa. La ricerca è stata condotta da Shai Halevi e Michael Tchernin dell’Israel Antiquities Authority (IAA), che hanno mappato e decifrato gli stemmi, considerati dagli studiosi una sorta di “carta d’identità grafica” per le famiglie nobili, che avevano contribuito all’ampliamento della struttura.
Lo straordinario edificio, uno dei primi ospedali costruiti a Gerusalemme, si trova ai margini della Valle di Hinnom, di fronte al Monte Sion, non lontano dalle mura della Città Vecchia. Nel corso degli anni, è stato trasformato nella “Jerusalem House of Quality”, un centro per l’arte e le mostre, e anche in un hotel.
Gli esperti hanno spiegato che l’ospedale oftalmico fu fondato nel 1882 dall’Ordine di San Giovanni. Unico all’epoca, svolse un ruolo centrale nel trattamento delle malattie oculari, curando pazienti da tutto il Medio Oriente. Al bisogno offriva anche cure gratuite. Durante il mandato britannico, il complesso ospedaliero fu ampliato in modo significativo, con l’aggiunta di una nuova ala sull’altro lato di Hebron Road.
Ciò fu reso possibile grazie alle generose donazioni di nobili e uomini d’affari britannici, molti dei quali erano membri dell’Ordine di San Giovanni. Come riconoscimento dei loro contributi, le pareti del complesso ospedaliero sono state adornate con decine di emblemi che rappresentano ciascuna famiglia donatrice.
L’edificio subì molti cambiamenti durante la Prima guerra mondiale e la Guerra d’Indipendenza, dei quali si trovano testimonianze in varie parti del complesso. Nel corso dei decenni, la destinazione d’uso del sito si è evoluta: la parte orientale fa ora parte del Mount Zion Hotel, mentre la parte occidentale è diventata la ‘Jerusalem House of Quality’. Inoltre, l’appartenenza e l’identità delle insegne nobiliari, che decoravano le pareti dell’edificio, sono scomparse dalla memoria pubblica e alcune sono state addirittura deturpate o distrutte.
Recentemente il fotografo Shai Halevi, Michael Tchernin, archeologo dell’IAA, e l’artista Anastasia Prokofieva sono riusciti a decifrare i simboli rimasti. Sono stati identificati 18 dei 23 stemmi, appartenenti a persone illustri della storia britannica. Tra loro figurano quello di Re Giorgio V (1865-1936), del famoso produttore di birra irlandese Edward Cecil Guinness (1847-1927), dell’architetto Alfred Bossom (1881-1965), del costruttore navale Henry Grayson (1865-1951) e del nobile britannico Edward de Stern (1854-1933), zio della filantropa Vera Salomons, fondatrice del Museo di Arte islamica L. A. Mayer di Gerusalemme.
Inoltre, gli archeologi hanno scoperto un’iscrizione misteriosa su una pietra, che si è rivelata essere la pietra angolare dell’ospedale. “Per noi l’archeologia non si ferma all’antichità; questi sono reperti relativamente moderni, ma tra i nostri obiettivi c’è quello di indagare, fin d’ora, su ciò che sarà considerato archeologia in futuro”, ha detto il dott. Ram dell’IAA.
“Ogni pietra di Gerusalemme racconta una storia. – ha concluso Eli Eskusido direttore dell’IAA – I nostri ricercatori esaminano ogni pietra, in senso letterale e figurato, per scoprire l’affascinante storia di Gerusalemme in tutte le sue espressioni e culture”.
Le fotografie degli stemmi, le loro ricostruzioni artistiche a colori e le informazioni biografiche delle relative famiglie nobili, insieme a nuovi reperti archeologici saranno esposti dal 20 giugno al 2 luglio presso la ‘Jerusalem House of Quality’. La mostra è gratuita.