Scrivere per dare voce al passato, scrivere per ricordare, ma anche scrivere per sopravvivere. è la memoria la grande protagonista del nuovo libro di Laura Forti “La figlia Inutile” (Guanda). Una memoria multiforme: storica, personale, simbolica, che si nutre dei ricordi familiari per ricomporre, come in un mosaico, il volto della Grande storia. Il libro è stato presentato a Roma, all’interno della libreria Kiryat Sefer, e ha visto l’autrice dialogare con Laura Quercioli Mincer. L’evento è stato organizzato dal Centro di Cultura Ebraica. “Sono molto onorata di essere qui con Laura Forti per parlare di questo libro che, attraverso una singola storia, mi ha trasportato in mille storie diverse. Perché in fondo abbiamo tutte tante storie famigliari diverse che a loro volta sono legate al filo della grande storia” ha detto durante la presentazione Antonella Di Castro, Vice Presidente e Assessore alla cultura della Comunità Ebraica di Roma.
Un testo animato da una coinvolgente prospettiva in cui la vita autobiografica della nonna dell’autrice alterna le descrizioni delle emozioni interiori. Ci si ritrova quasi casualmente nella storia, all’interno delle pagine, attraverso le vicende, i personaggi e i grandi accadimenti del Novecento. “La nostra memoria storica va conosciuta e approfondita, nella storia stessa della mia famiglia c’erano molti buchi, che ho cercato di riempire grazie all’immaginazione. Oggi è fondamentale tramandare quella memoria, specialmente alla luce dell’età importante che hanno i sopravvissuti, spetta a noi l’arduo compito di narrare” ha aggiunto l’autrice durante la presentazione. Laura Forti dà dunque una forma al passato raccontando la vita di Elena Dresner, regalando, al contempo, un’esperienza interiore al lettore che si ritrova a vivere le tensioni, le paure e le emozioni del sentirsi sempre stranieri, in cerca di un luogo dove essere se stessi.