Il mandato d’arresto e le reazioni
La notizia era stata largamente anticipata già da tre settimane e c’erano già stati numerosi tentativi di scongiurarla; ma è esplosa comunque ieri, oscurando anche la morte del presidente iraniano Raisi. Il mandato di arresto emesso dal procuratore della Corte Penale Internazionale Karim Khan contro il primo ministro israeliano Bibi Netanyahu, il ministro della difesa Yoav Gallant e contemporaneamente contro tre capi di Hamas (Yahya Sinwar, Ismail Haniyeh e Mohammed Deif) ha suscitato scandalo non solo in Israele, ma molto largamente nel mondo. Contro il mandato e soprattutto l’implicita equiparazione dei più importanti politici israeliani con i capi terroristi e quindi implicitamente di Israele con Hamas si sono espressi fra gli altri il presidente americano Biden (“una richiesta scandalosa”) il segretario di Stato Blinken, il ministro degli esteri e quello della difesa britannico. il primo ministro della repubblica ceca (“proposta scandalosa e inaccettabile”), il governo austriaco. Diversi membri autorevoli del Congresso americano hanno chiesto sanzioni contro il tribunale.
La due corti
Bisogna sapere che a L’Aya in Olanda vi sono due tribunali internazionali. Uno è la Corte di Giustizia Internazionale, davanti a cui il Sudafrica ha citato alcuni mesi fa Israele per “genocidio”. La corta ha respinto in quel momento la richiesta di provvedimenti contro lo Stato ebraico, riservandosi di deliberare sulla denuncia in seguito, ma in questi giorni vi si discute una nuovo ricorso del Sudafrica che chiede di proibire urgentemente la continuazione della guerra per impedire l’operazione a Rafah. Questa corte è un organo dell’Onu e giudica su conflitti fra gli stati che ne sono membri, in particolare rispetto alla convenzione contro il genocidio; ma non ha potere sulle persone. La Corte Penale Internazionale (CPI) è invece un organismo autonomo, istituito dal “Trattato di Roma” (1998) che ha giurisdizione solo sugli stati che l’hanno ratificato (non Usa, Russia, Cina, India e neppure Israele) per individui imputati di crimini contro l’umanità o crimini di guerra, a patto che il loro stato non abbia o non sia disposto ad applicare un procedimento giudiziario con adeguate garanzie. Entrambi questi elementi (mancata firma del trattato ed esistenza di un agguerrito sistema penale in Israele) escluderebbero la possibilità di azione per la CPI e il suo procuratore. C’è stata invece una forzatura, la cui natura politica è chiara, come si vede anche dalle dichiarazioni di Khan.
Quel che ha detto il procuratore Khan
“Se i mandati di arresto venissero concess – ha detto Khan – Netanyahu e Gallant dovrebbero affrontare l’accusa di far morire di fame i civili come metodo di guerra, causando intenzionalmente grandi sofferenze o gravi lesioni al corpo o alla salute, e uccisioni intenzionali.” Le accuse includerebbero anche: “Sterminio e/o omicidio, anche nel contesto di morti causate dalla fame, come crimine contro l’umanità”, ha spiegato. “Riteniamo che i crimini contro l’umanità accusati sono stati commessi come parte di un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile palestinese in conformità con la politica dello Stato. Questi crimini, secondo la nostra valutazione, continuano ancora oggi. Il mio ufficio sostiene che questi atti sono stati commessi come parte di un piano comune volto a utilizzare la fame come metodo di guerra e altri atti di violenza contro la popolazione civile di Gaza come parte della strategia di Israele per distruggere Hamas e fare pressione sul gruppo affinché rilasci gli ostaggi e anche per punire collettivamente la popolazione civile di Gaza, che percepivano come una minaccia per Israele”. Chiunque abbia un minimo di informazione imparziale sulla guerra, per esempio sugli sforzi di condurla senza danneggiare la popolazione civile e di rifornirla dei beni necessari in vari modi, capisce che il quadro di Khan è del tutto irreale.
Le reazioni israeliane
Quasi tutti in Israele hanno respinto con indignazione la richiesta di Khan. La Knesset, il parlamento israeliano ha approvato a grandissima maggioranza, 106 su 120 con la sola eccezione dei partiti arabi e dei laburisti, questa dichiarazione: “”Lo Stato di Israele è nel mezzo di una guerra giusta contro un’organizzazione criminale terroristica. L’IDF è l’esercito più morale del mondo. I nostri eroici soldati stanno combattendo con coraggio e dedizione che non hanno secondi, secondo il diritto internazionale, come nessun altro esercito lo ha mai fatto. Lo scandaloso paragone del procuratore dell’Aia tra i leader israeliani e i capi delle organizzazioni terroristiche è un crimine storico incancellabile e una chiara espressione di antisemitismo. Nessuno lo respingerà con repulsione impedire allo Stato ebraico di difendersi.” Si sono espressi nello stesso senso anche il presidente Herzog, il ministro degli esteri Katz, il ministro Gantz e molti altri.
Il commento di Netanyahu
Il primo ministro Netanyahu ha fatto una dichiarazione televisiva in cui ha detto fra l’altro:
“L’ordinanza assurda e falsa del Procuratore dell’Aia non è diretta solo contro il Primo Ministro israeliano e il Ministro della Difesa, ma è diretta contro l’intero Stato di Israele. È diretta contro i nostri soldati, che stanno combattendo con supremo eroismo contro i vili assassini di Hamas, che ci hanno attaccato con terribile crudeltà il 7 ottobre. Procuratore dell’Aia, con quale audacia osi paragonare i mostri di Hamas ai soldati dell’esercito più morale del mondo? Con quale audacia confronti Hamas che ha ucciso, bruciato, massacrato, violentato e rapito i nostri fratelli e sorelle, e i soldati che stanno combattendo una guerra giusta che non ha eguali in fatto di moralità? In qualità di Primo Ministro israeliano, respingo con disgusto il paragone del Procuratore dell’Aia tra l’Israele democratico e gli assassini di massa di Hamas. Questa è una completa distorsione della realtà. Questo è esattamente l’aspetto del nuovo antisemitismo, che si è spostato dai campus dell’Occidente al tribunale dell’Aia. Cittadini israeliani, Vi prometto una cosa: il tentativo di legarci le mani fallirà. 80 anni fa il popolo ebraico era indifeso contro i nostri nemici, ma ora non più.”