Un incontro intenso, quello avvenuto ieri al Museo Ebraico di Roma, organizzato dal Centro di Cultura in collaborazione con il Museo Ebraico e il Benè Berith, con lo scrittore e mental coach Gianfranco Damico. Un talk, condiviso dall’autore assieme al Presidente del Benè Berith Sandro Di Castro, dal titolo “Verità Sotto Assedio – Comunicare efficacemente in tempi di guerra”. Al centro dell’incontro la verità, un’idea spesso controversa dal 7 ottobre e dall’inasprirsi del conflitto tra Israele e Hamas, ma al contempo un principio molto a cuore a Damico; che instancabilmente dal 7 ottobre si spende per raccontare sui social, e non solo, la realtà di ciò che sta accadendo in Israele, mettendo in guardia dai pericoli che potrebbero colpire l’Occidente, a causa del crescente antisemitismo. “Voglio ringraziare chi per me è più di un amico, è un fratello che si adopera per la difesa d’Israele ogni giorno” ha detto aprendo l’incontro il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun.
Una necessità quella di raccontare la verità e di saper comunicare in maniera efficace divenuta ancora più urgente in questo periodo così buio per gli ebrei di tutto il mondo. “Se dovessi scegliere una parola per questo periodo storico direi incredulità – ha detto Damico – Io mai mi sarei aspettato di tornare a vedere tutto questo. Non sono ebreo, eppure pensando alla Shoah mi sono sempre chiesto come sia stato possibile fare agli ebrei ciò che è stato fatto, ed ora il mondo mi sta dimostrando che sì, è possibile. Ciò che mi fa più male è vedere che questo antisemitismo riemerge come un fiume carsico. Ormai ho compreso che l’Islam è un’ideologia colonizzatrice e non ha nessuna intenzione di integrarsi”.
Un incontro ricco di spunti di riflessione, in cui l’antisemitismo e l’antisionismo è stato analizzato sotto molteplici punti di vista. “Sono convinto che non siamo però soli in questa battaglia contro la verità, specialmente a livello qualitativo – ha aggiunto invece Sandro Di Castro – Rispetto agli anni bui della Shoah ci sono molte persone autorevoli dalla nostra parte, che si spendono per sfatare le menzogne spesso narrate sullo Stato Ebraico. Dovremmo, secondo me, potenziare queste persone, perché il messaggio di difesa per gli ebrei ed Israele quando arriva dai non ebrei ha una valenza maggiore”.