In Judgment at Nuremberg (Vincitori e vinti), diretto e prodotto da Stanley Kramer e sceneggiato da Abby Mann (ambedue ebrei o di origine ebraica, come ama dire nella versione italiana del suo blog, ma non in quella inglese, un grande artista italiano o presunto tale), si svolge questo dialogo surreale fra il giudice Dan Haywood, impersonato da Spencer Tracy, ed il colonnello Tad Lawson, impersonato da Richard Widmark, al quale l’alcool ha sciolto la lingua:
T.L.:” There are no Nazis in Germany. Didn’t you know that, Judge? The Eskimos invaded Germany and took over. That’s how all those terrible things happened. It wasn’t the fault of the Germans. It was the fault of those damn Eskimos” (“Non ci sono nazisti in Germania. Non lo sapeva, signor giudice? Gli eschimesi hanno invaso la Germania e l’hanno occupata. E’ così che si sono svolte quelle cose orribili. Non è stata colpa dei tedeschi. E’ stata colpa di quei dannati eschimesi”).
Il film è del 1961, è passato tanto di quel tempo, ma il problema è sempre quello: l’antisemitismo in Germania continua ad essere colpa dei dannati eschimesi. Lo dicono un po’ tutti, anche se nessuno ne trae le conseguenze: col riscaldamento globale, gli eschimesi non soltanto continueranno a calare dalle nostre parti, ma il loro numero si moltiplicherà ed il paese delle ombre lunghe proietterà su di noi una sagoma sempre più sinistra.
Chi sa da dove esce colui che, sostenendo che l’Olocausto sia un falso, ne voleva provocare uno in proprio ed a sua misura, in una sinagoga? E quale colpa avevano i fedeli radunati nel Tempio? Probabilmente il Tempio sorgeva su terra non loro, rubata ad altri; piuttosto, chissà quale è la terra che può ospitare gli ebrei? Non nella Diaspora, non in Israele: dove?