Nel commentare questa parashà, R. Yosef Shalom Elyashiv (Lituania, 1910-2012, Gerusalemme) scrive (Divrè Aggadà, p. 378): “Nella Torà vi sono alcuni passi in forma di cantico: il cantico del mare nel libro di Shemòt(15:1); il cantico del pozzo nel libro di Bemidbàr (21:17); e questo cantico, in relazione al quale i maestri hanno detto (Yalkùt Shim’onì, 946): questo è un grande cantico perché tratta del presente, del passato e del futuro; e tratta di questo mondo e del mondo a venire. Quando gli angeli vollero dire una cantico al Mar Rosso, il Santo Benedetto disse loro:«Le mie creature [gli egiziani] annegano nel mare e voi volete cantare?» (Talmud B., Meghillà10b). Quando però fu Israele che intonò il cantico del mare l’Eterno l’accettò amorevolmente perché gli israeliti cantarono anche quando essi stessi erano in pericolo”.
R. ‘Ovadià Sforno (Cesena, 1475-1550, Bologna) commentando il versetto “Ricorda i giorni del passato” (Devarìm, 32:7) scrive così: “Dopo aver completato la parte introduttiva del cantico dove ha annunciato di voler parlare della giustizia divina che è perfetta, ora Moshè inizia a spiegare l’argomento menzionando gli eventi del passato e del futuro”.
R. Yosef Caro (Toledo, 1488, 1575, Safed) nelloShulchàn ‘Arùkh (O.C., 428:5) scrive che quando si legge questa parashànel Bet Ha-Kenèsset si dividono le chiamate asèfer nello stesso modo in cui questa parashàveniva letta nel Bet Ha-Mikdàsh di Gerusalemme dove il cantico veniva diviso i sei parti, una parte per ciascuno dei giorni feriali. E perché facevano così ogni settimana? Il Maimonide(Cordova, 1138-12014, Il Cairo) scrive che in questa parashà vi sono tanti ammonimenti fatti apposta per incoraggiare gli israeliti a fareteshuvà.
L’Eterno ha insegnato a Israele ad imparare dalla storia fin dai suoi primordi. Quando la città di Sodoma e le altre città della valle del Giordano furono distrutte a causa delle loro iniquità, l’Eterno disse: “Posso io nascondere da Avraham quello che sto per fare? Avraham deve diventare una nazione grande e potente e in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra. Io infatti l’ho scelto, perché ordini ai suoi figli e alla sua casa dopo di lui di seguire la via dell’Eterno, mettendo in pratica la giustizia e l’equità, perché l’Eterno possa compiere per Avraham ciò che gli ha promesso” (Bereshìt:18:17-19).
R. Elyashiv spiega (ibid., p. 45) che quando Avraham avrà saputo in anticipo quale sarà la fine di Sodoma, avrebbe usato l’evento della distruzione di Sodoma per imparare e per insegnare a tutta la sua famiglia: “Guardate quali sono le conseguenze per abbandona la strada che ci ha indicato l’Eterno”. La discendenza di Avraham sarebbe diventata una grande nazione e pertanto era necessario che Avraham conoscesse questo evento in tutti i suoi particolari.
Per questo alla fine di questa parashàMoshè disse al popolo: “Fate attenzione alle parole tramite le quali vi avverto oggi, in modo che possiate istruire i vostri figli a interiorizzare e a mettere in pratica tutte le parole di questa Torà. Perché questi non sono insegnamenti vuoti. Sono la vostra vita e con essi vivrete a lungo sulla terra che entrerete ad occupare dopo che avrete attraversato il fiume Giordano” (Devarìm, 33:46-47).