Otto anni fa, un gruppo di persone si è riunito con un obiettivo comune: creare il Kollel, un rifugio di conoscenza e cultura ebraica nel tessuto sociale della città romana.
Situato presso il tempio Beth Shmuel, questa associazione no profit è diventata il centro di saggezza e apprendimento, dove cinque Avrachim (rabbini), tra cui Rav Jonathan Fisher, Nechenia Goldsmith e Yeuda Naiman, dedicano intere giornate ad un profondo studio della Torah, dando quotidianamente il benvenuto a chiunque desideri esplorare le meraviglie dell’ebraismo.
Oltre allo studio dei testi sacri, c’è un impegno costante nella comprensione della Halachà, del Talmud, della Mishnà e molto altro ancora.
Il Kollel è un punto d’incontro, è “una sorta di Open bar di conoscenza – spiega a Shalom il suo organizzatore Davide Tesciuba – “dove l’apprendimento si fonde con l’amicizia e la condivisione, creando un’atmosfera di connessione e crescita reciproca”.
Oltre agli incontri regolari, il Kollel si lancia ogni anno in nuove avventure e iniziative, tra cui “Felicità nella Torah” che accoglie i giovani in un’atmosfera di pura gioia nello studio della Torah, celebrata con canti, cibo e uno spirito di simchà. Un’altra iniziativa coinvolgente è “Costruisci il tuo Shofar”, un modo innovativo e divertente per connettersi con le mitzvot unendo il binomio creatività e spiritualità.
Il Kollel non è confinato alle sue mura, ma grazie alla sua versatilità si espande anche in altri templi attraverso numerose attività giornaliere e settimanali. In particolare, seguendo il programma globale istituito da Rav Meir Shapiro nel 1923, ogni giorno le pagine della Ghemarà vengono studiate con devozione e passione, creando così un legame forte con la tradizione secolare.
Le donne della comunità sono parte integrante di questa esperienza, partecipando attivamente a lezioni speciali tenute dalle mogli degli Avreichim, creando così uno spazio accogliente e stimolante.
Con il tempo il Kollel non è rimasto solo un luogo di trasmissione del sapere, ma si è trasformato anche in un focolare di appartenenza. Come spiega David Tesciuba, oggi più che mai vi è il bisogno di “ascoltare le necessità comunitarie” e costruire insieme, attraverso il Kollel, uno studio dell’ebraismo basato sui concetti di saggezza, amicizia e connessione.