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    ISRAELE

    Le dichiarazioni di Daniel Hagari: come le forze armate israeliane vedono la guerra

    In mezzo ai colpi di scena quotidiani di una guerra che dura da tre mesi (e rischia di durare ancor di più) in un territorio che pochi conoscono, si rischia di perdere il senso complessivo di quel che accade. Per evitare questo smarrimento è utilissima la dichiarazione che ha fatto oggi il portavoce delle forze armate israeliane, l’ammiraglio Daniel Hagari. E’ un discorso un po’ lungo ma chiarisce molto bene obiettivi, difficoltà e strategia dell’esercito israeliano, come lo vede il suo stato maggiore. Ecco quel che ha detto Hagari:

    Comprendere il nemico

    Uno degli obiettivi della guerra è smantellare Hamas. Ciò significa liquidare le capacità militari che Hamas ha costruito negli anni e che ha utilizzato per compiere il barbaro massacro del 7 ottobre. Per comprendere l’operazione militare nella Striscia di Gaza, bisogna capire come opera. Hamas è strutturato in battaglioni. I battaglioni di Hamas utilizzano un complesso sistema sotterraneo con infrastrutture per produrre armi, sale di guerra, centri di comando e controllo e la capacità di lanciare razzi in superficie e dal sottosuolo. I terroristi si spostano tra diverse aree della Striscia di Gaza di nascosto utilizzando questa infrastruttura. Le roccaforti del nemico si trovano sotto e vicino a siti civili sensibili come l’ospedale indonesiano,  utilizzati da Hamas come scudi umani. I terroristi di Hamas si muovono disarmati, vestiti con abiti civili, piazzando esplosivi contro le forze israeliane nelle strade e all’ingresso dei pozzi dei tunnel. Nel nord della Striscia di Gaza, Hamas aveva due brigate militari con 12 battaglioni in totale, composte da circa 14.000 terroristi in totale. Da Jabalya, ad esempio, centinaia di terroristi hanno commesso il massacro omicida il 7 ottobre. Hanno massacrato civili e ne hanno rapito altri a Jabalya. Jabalya è un’area densamente popolata con circa 25.000 edifici. Uno su dieci di questi edifici è a più piani.

    Come l’IDF lavora per mantenere i civili al sicuro
    “Prima di entrare in un’area così densa di combattimenti, evacuiamo la popolazione, con l’obiettivo di prevenire danni e proteggere i civili, consentendo al tempo stesso l’azione militare, poiché priva Hamas della protezione sotto le spoglie della popolazione e ci consente di distinguere tra la popolazione e i terroristi di Hamas. e prenderli di mira. Dopo aver evacuato la maggior parte dei residenti, prima che le forze di terra entrino, interviene l’aeronautica. Abbiamo colpito infrastrutture sotterranee, terroristi, posti di vedetta e case attrezzate con esplosivi. Soltanto a Jabaliya abbiamo colpito circa 670 bersagli aerei prima dell’ingresso delle forze di terra. Abbiamo colpito in modo preciso, sulla base dell’intelligence e secondo il diritto internazionale. Lo smantellamento di Hamas prevede cinque obiettivi: il primo e più importante, eliminare i comandanti di Hamas, danneggiando così il comando e il controllo. L’eliminazione dei comandanti ha reso difficile per i terroristi combattere in modo organizzato e ha portato molti di loro ad arrendersi. Il secondo obiettivo è il combattimento terrestre contro i terroristi. Le forze armate hanno circondato e ripulito l’area di Jabalya. Tutto ciò avviene con l’intelligence e il supporto aereo di decine di aerei che colpiscono rapidamente qualsiasi minaccia. Questa collaborazione tra l’aeronautica israeliana e le forze di terra non si è vista fino ad oggi in nessuna guerra. I soldati eliminano le cellule terroristiche che sparano dall’interno delle case, dalle aperture dei tunnel e dai vicoli, combattendo battaglie ravvicinate con i terroristi. Combattere il terrorismo è complesso e costoso. Purtroppo, costa anche la vita ai nostri soldati”.

    Gli altri obiettivi
    “Il terzo obiettivo è raccogliere informazioni sul campo. Abbiamo localizzato computer, mappe, dispositivi di comunicazione e trovato dischi rigidi da cui abbiamo scaricato circa 70 milioni di file di intelligence, che sono ora studiati e analizzati. Tutto ciò ci fornisce informazioni vitali per la continuazione della guerra. Il quarto obiettivo è localizzare e distruggere razzi, armi e i siti in cui vengono fabbricati. Abbiamo localizzato e distrutto circa 40.000 armi in tutta la Striscia di Gaza, alcune delle quali sono state trovate nelle scuole, negli ospedali, nelle moschee e sotto i letti dei bambini. Il quinto obiettivo è distruggere le infrastrutture sotterranee Solo a Jabalya abbiamo trovato otto chilometri di tunnel sotterranei e più di 40 pozzi. All’interno dei tunnel, abbiamo localizzato il quartier generale settentrionale di Hamas, abbiamo recuperato i corpi di cinque ostaggi e li abbiamo riportati per essere sepolti in Israele.  La liberazione degli ostaggi è uno degli obiettivi principali della guerra e una missione nazionale suprema”.

    Perché ci vuole così tanto tempo
    “Al termine di una battaglia tenace e determinata, abbiamo smantellato la struttura militare di Hamas a Jabalya. Hamas non opera più in modo organizzato in quest’area. Per me è importante però dire che ci sono ancora terroristi a Jabalya. Tuttavia, ora operano senza una struttura e senza comandanti. Abbiamo avuto e continueremo a incontrare sporadici lanci di razzi provenienti da quest’area.  Pensando a quello che abbiamo fatto a Jabalya, e moltiplicandoloo per otto aree che coprono l’intera parte settentrionale della Striscia di Gaza, ciascuna con terreni e sfide diverse, si capisce perché il nostro compito abbia richiesto tre mesi. Abbiamo completato lo smantellamento della struttura militare di Hamas nel nord della Striscia di Gaza. Ora ci stiamo concentrando sull’eliminazione di Hamas nella Striscia di Gaza centrale e meridionale. Lo faremo in modo diverso, approfondito, sulla base delle lezioni che abbiamo imparato finora. L’area centrale è densa e contiene molti terroristi, e a Khan Younis c’è una città sotterranea piena di tunnel labirintici. Ci vorrà del tempo. I combattimenti continueranno per tutto il 2024. Nel frattempo, stiamo costruendo aree difese per riportare a casa in sicurezza i nostri residenti.”

    Il fronte settentrionale di Israele
    “Voglio fare riferimento anche al nord. Hezbollah,  nel ruolo che si è assunto di protettore di Hamas, ha sparato oggi contro le nostre basi nel nord, senza vittime per noi. Abbiamo eliminato le cellule terroristiche che hanno tirato, colpendo una serie di obiettivi, inclusi importanti complessi militari. L’8 ottobre, Hezbollah  si è unito alla guerra iniziata da Hamas, iniziando ad attaccarci dal nostro confine settentrionale. Israele ha risposto e continuerà a rispondere – con forza – all’aggressione. Hezbollah sta trascinando il Libano in una guerra non necessaria, per il bene di Hamas; sta cercando un’escalation nonostante la distruzione che potrebbe portare al popolo libanese – oltre alle inutili sofferenze che sta già causando alla popolazione del Libano meridionale. Ma ecco qualcosa che Hezbollah e tutti i rappresentanti dell’Iran non dovrebbero mai dimenticare: quando si tratta di minacce esistenziali, Israele considera ogni giorno come se fosse il 6 ottobre, in modo che il massacro di Hamas del 7 ottobre non si ripeta mai più. Abbiamo il dovere di difendere il nostro popolo, con mezzi diplomatici o con la forza delle armi. La finestra diplomatica potrebbe essere breve, ma è ancora aperta.  A coloro che trascinano la regione verso un’escalation non necessaria, il nostro messaggio è chiaro: il popolo di Israele, il popolo di Gaza, il popolo del Libano, e in effetti l’intera regione, meritano un futuro di pace, progresso e prosperità, e non la morte e la distruzione che Hamas e Hezbollah cercano”.

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