Ieri un missile ha colpito il kibbutz Sasa, situato nel nord
d’Israele al confine con il Libano, fortunatamente senza vittime. Nel kibbutz
risiedono attualmente quaranta persone. Il missile ha colpito un edificio
disabitato, pertanto la popolazione è stata evacuata e l’attacco non ha causato
feriti.
“La notizia mi ha messo molto in agitazione perché ha
colpito un luogo vicino a dove abito io. – ha spiegato a ‘Shalom’ Angelica Edna
Calò, che risiede nel kibbutz – Ad oggi non c’è davvero motivo di continuare a
colpire. In questo momento mi trovo in Italia per un giro di Hasbarà, ma una
volta tornata in Israele, dovrò decidere se tornare nel kibbutz o andare
insieme agli altri abitanti evacuati vicino al lago di Tiberiade. Tutto mi
mette davvero in una situazione difficile, io vorrei rimanere a casa mia e
aiutare il kibbutz, purtroppo le condizioni ad oggi non lo rendono possibile”.
Angelica Edna Calò assieme alla sua famiglia e ad altri
abituanti del kibbutz non vorrebbe lasciare la sua casa, nonostante il continuo
lancio di missili da parte di Hamas ed Hezbollah. “Mi chiedo però il perché.
Siamo al di là della linea verde, non siamo minimamente in Libano, non c’è
nessun motivo di attaccarci. Hezbollah vuole identificarsi con quanto accaduto
a Gaza e per questo attacca” ha aggiunto Calò.
Nata a Roma, Angelica Edna Calò ha scelto di vivere in
Israele coltivando il sogno della pace.
Da sempre cittadina del nord d’Israele, dove la tensione dal 7 ottobre è
cresciuta giorno dopo giorno. Fondatrice
di “Beresheet LaShalom- Un inizio per la Pace”, teatro-danza per tutti,
Angelica si è sempre impegnata per il costante dialogo.
Dall’inizio del conflitto, il bilancio delle vittime
continua a salire e le condizioni degli abitanti dei Kibbutzim diventano sempre
più complesse. Molti di loro, prevalentemente gli abitanti a nord del paese,
hanno dovuto abbandonare le loro case per essere evacuati in altre zone
d’Israele. Mentre i kibbutzim del sud dello Stato ebraico hanno pagato il
prezzo più alto durante il terribile massacro di Hamas.