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    Le luci di Chanukkà dell’inverno del 1941

    Chanukkà del 1941 viene ricordata come particolarmente rigida e fosca: molti giovani ebrei della Palestina mandataria si ritrovarono all’inizio della festa, in quell’inverno gelido, sul suolo europeo. Non erano le condizioni ideali per celebrare il miracolo della luce, ma grazie agli sforzi e all’entusiasmo di un buon numero di volontari una significativa iniziativa fu posta in essere. Il Comitato Nazionale per il Soldato Ebreo contattò le autorità militari britanniche per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità tenere alto il morale dei soldati ebrei. Vi fu chi si occupò di cultura, inviando giornali in ebraico, chi organizzò eventi teatrali, chi propose lezioni di ebraico e inglese nelle varie unità dell’esercito. I soldati ricevettero copie della Torah, tefillin e libri di preghiera, oltre a calici per il kiddush e candelabri, per permettere di osservare il sabato. Vennero raccolti fondi per inviare aiuti economici in particolare ai feriti.

    Per Chanukkà il Comitato avviò un’enorme raccolta di doni: decine di volontari, tra cui signore della Women International Zionist Organization, studentesse e membri dell’Organizzazione delle Madri Lavoratrici, prepararono i pacchi che vennero poi inviati ai soldati di stanza nella Palestina mandataria e all’estero. 

    In Europa arrivarono maglioni e calzini di lana, ricercatissime sigarette, caramelle e rasoi. Insieme ai pacchi, i soldati ricevettero anche lettere e disegni dai bambini a casa, e l'”Almanacco del soldato”, un piccolo opuscolo contenente un calendario annuale, oltre alle informazioni storiche, culturali e geografiche che il Comitato pensava che i soldati dovessero avere. 

    Il Comitato pubblicò anche una cartolina speciale per le feste da vendere nei chioschi e nelle librerie, con un’immagine particolarmente toccante di un padre in uniforme dell’esercito britannico che accende le candele di Chanukkà mentre sua figlia guarda affascinata le luci. Sotto l’immagine c’è un verso dell’inno di Chanukkà Maoz Tzur. Il contesto in cui è stata scattata la fotografia e la speranza di un miracolo che avrebbe illuminato il futuro del popolo ebraico erano chiari a tutti. Poco si sa di questa immagine: come le altre due che riproponiamo in questo articolo sono state scattate da Zoltan (Zvi) Kluger, che all’epoca era uno dei fotografi più importanti del Paese. 

    Kluger era nato a Kecskemet, in Ungheria, nel 1896. Durante la prima guerra mondiale aveva prestato servizio come fotografo aviotrasportato nelle truppe dell’aviazione austro-ungarica. Nell’aprile del 1933, con l’ascesa al potere dei nazisti, arrivò in Palestina come turista, per poi ricevere un certificato britannico di soggiorno. Per il dipartimento di fotografia del Keren Hayesod, fotografò imprese economiche e immigrati. Nel 1937 Kluger scattò una serie di 250 fotografie aeree di rara suggestione, emigrò poi negli Stati Uniti dove rimase fino alla morte avvenuta a New York nel 1977. Una collezione di circa 40.000 negativi degli anni 1933-1948 è stata donata da Kluger all’Archivio di Stato d’Israele che in occasione di Chanukkà, a oltre 80 di distanza, chiede, a chiunque disponga di informazioni, di dare un nome ai volti delle bambine e dei soldati fotografati.

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