Nei riguardi della Memoria, sarebbe opportuno domandarsi come mai tante problematiche si siano arrestate al 1945, come se la Storia si fosse fermata in quel momento; in particolare, sarebbe da chiedersi:
1.- Come mai da decenni andava (andava…) avanti un Premio letterario con una giuria di grandissimo valore senza che si appurassero i meriti della persona cui era intitolato?
2.- Come mai chi ha scritto le parole di un inno notissimo, che non sembrerebbe assai lusinghiero per gli ebrei, riceve continui omaggi postumi senza che nessuno se ne sia accorto?
3.- Serve un miracolo per collegare l’attualità al passato? O basterebbe sfogliare, per esempio, alcune pagine di Die Shoah in Geschichte und Erinnerung: Perspektiven medialer Vermittlung in Italien und Deutschland, curato da Claudia Muller, Patrick Ostermann e Karl-Siegbert Rehberg? (2014)? Si tratta di una ricerca dove il contributo che potrebbe fornire più risposte è quello di Ostermann, ma è comunque doveroso citare le firme (fra altri bei nomi) di Raffaella Di Castro, di Michele Sarfatti e di Mario Avagliano. Per portare avanti una ricerca valida, non possiamo, come detto, fermarci a 74 anni fa, perché in quel caso la ricerca stessa andrebbe messa in discussione. Nel citato volume (dove troviamo anche degli importanti studiosi italiani) troviamo tutte le risposte, o pressocché. E tuttavia, nulla è più segreto e ignoto di quanto si ha dinanzi agli occhi.