Ogni anno a Yom Kippur, così come in altre occasioni, in ogni sinagoga si ascolta il suono dello shofar. Uno strumento dalle origini antiche e che rappresenta un simbolo dell’ebraismo. Per scoprirne significati e tradizioni, Shalom ha intervistato Rav Alberto Funaro, che ne è un grande conoscitore e suonatore.
Perché si suona lo shofar?
Il suono dello shofar alla conclusione di Kippur è il culmine di una giornata che noi trascorriamo a digiunare e a pregare per un dolce anno nuovo. Ci sono una serie di ragioni per cui si suona lo shofar in momento così solenne. Tra queste, ad esempio, la commemorazione dell’anno giubilare: quando ancora si celebrava l’anno del Giubileo ai tempi del Bet HaMikdash, per inaugurare il cinquantesimo anno, il giubileo appunto, si suonava lo shofar durante lo Yom Kippur. Il suono dello shofar sarebbe stato per tutti gli schiavi il segnale della libertà, mentre tutte le proprietà sarebbero tornate ai proprietari originari. Ora non c’è più il Giubileo, ma suoniamo ancora lo Shofar ogni Yom Kippur per ricordare ciò che era una volta e per esprimere le nostre speranze per il futuro. Inoltre il suono dello shofar significa anche che ora, alla conclusione dello Yom Kippur, le nostre anime sono liberate dai loro peccati.
Ci sono anche altri motivi?
Quando Yom Kippur volge al termine, siamo certi che ci è stato concesso un anno dolce, come i soldati che tornano trionfanti in battaglia, suoniamo lo shofar per celebrare la nostra vittoria sull’angelo accusatore, sul satan, satana. Nella ghematrià il valore numerico del satan è 364, mentre i giorni dell’anno sono 365. Quel giorno che rimane fuori è proprio Kippur, l’unico giorno in cui il satan non può avere alcuna ragione sul popolo di Israele che è riunito in digiuno, nella preghiera e nella riflessione verso se stesso, verso Dio e verso tutti quelli che lo circondano. Quando Dio ci diede la Torah, la presenza divina si posò sulla montagna e fu annunciata dal suono dello shofar. Questo riflette ciò che è scritto nei Salmi, quando si afferma che “Dio ascende, sale con una teruah, il suono dello shofar”. Allo stesso modo, in seguito, alla vicinanza con Dio che abbiamo sperimentato durante Kippur, il suono dello shofar simboleggia l’ascesa della presenza divina che si è posata durante tutto il giorno. Ed è quindi ora di celebrare un po’ di libertà. È stata un’esperienza ultraterrena e ora siamo usciti dall’altra parte. Il suono dello shofar pubblicizza a tutti che la sera successiva allo Yom Kippur è una festa; segna dunque il momento di celebrare una vicinanza che abbiamo raggiunto e il perdono che ci siamo assicurati durante questo giorno.
Qual è il significato della parola shofar?
La parola shofar, secondo alcuni, deriverebbe dalla radice leshaper, che significa aggiustare, accomodare, come se in un certo senso, ascoltando il suono dello shofar noi in qualche modo rimettessimo in ordine tutto quello che abbiamo dentro di noi e che aveva bisogno di essere riordinato nei rapporti con Dio, nei rapporti con il prossimo e nei rapporti con tutti quelli che ci circondano.
A Roma dove si può imparare a suonare lo shofar?
Lo shofar si può imparare a suonare frequentando anche un corso al collegio rabbinico, oppure chiedendo ad uno dei maestri che suonano lo shofar di spiegare come funziona e quali sono le regole.
Il suono romano è particolarmente solenne e diverso dagli altri?
Il suono romano è simile ai suoni di altre comunità, però è un suono antico, di cui sono rimasti meravigliati anche alcuni rabbanim in Eretz Israel. Non si sa in che epoca si possa collocare la sua origine.
Perché durante il suono dello shofar si usa coprirsi il volto o gli occhi in segno di raccoglimento?
Non c’è un motivo preciso, è un momento spontaneo di concentrazione, ma non è assolutamente un’azione vincolante. Aiuta a concentrarsi, è un atto di rispetto, ma senza particolare rilevanza dal punto di vista rituale.
Oltre allo shofar, vi sono altri strumenti simbolo dell’ebraismo?
Attualmente è l’unico strumento antico che noi troviamo descritto anche nella Torah. Ma basta leggere i salmi ed i libri del Tanach per scoprire come nel Bet HaMikdash venissero suonati diversi strumenti accompagnati anche dai canti dei leviti.