Giovedì 14 settembre andrà in onda su Rai Uno alle 21.25 la seconda puntata di Ulisse, il piacere della scoperta, in cui il giornalista e storico Alberto Angela ripercorrerà la storia dell’Olanda occupata dai nazisti attraverso un punto emblematico della Shoah: la casa di Anna Frank. Attraverso il suo messaggio “immortale”, come definito dal giornalista stesso, Alberto Angela racconterà ai telespettatori la storia di una ragazza “innamorata della vita”, la cui esistenza venne spezzata dalla ferocia della Seconda guerra mondiale.
Una puntata particolare che prenderà vita in una casa, nella zona sud di Amsterdam, in Merwedeplein. Un luogo simbolo della storia del Novecento. Un edificio fermo nel tempo, che racconta ancora oggi la serenità e la spensieratezza della vita di una famiglia ebraica prima dell’invasione nazista. Furono proprio quelle stanze che ospitarono gli ultimi momenti della vita di Anna Frank, che ha vissuto con i genitori e la sorella Margot dalla fine del 1933, l’anno in cui furono costretti a lasciare il loro Paese natale, la Germania, in seguito all’ascesa al potere di Adolf Hitler, fino al 1942, quando il nascondiglio al civico 37 divenne la casa in cui la famiglia si rifugiò dai nazisti che nel frattempo avevano occupato l’Olanda.
La famosa casa venne acquistata nel 2004 da una società immobiliare e ristrutturata con zelo perché l’idea iniziale del progetto voleva che l’edificio potesse riportare i visitatori negli anni ’30 del Novecento in quei luoghi descritti proprio nel diario della piccola Anna Frank.
La vera particolarità di questo episodio di Ulisse è inoltre il primato di troupe italiana nel riuscire ad entrare e registrare in quel luogo così denso di significato. “Facciamo entrare lo spettatore nella casa dove Anna bambina andava su e giù per le scale ed è come visitare il dietro le quinte della storia – spiega il giornalista – Si vede la semplicità delle persone e la dolcezza di uomini, donne e bambine che sono poi stati divorati da una ferocia incomprensibile”.
La puntata riesce a catturare e raccontare al grande pubblico quegli ultimi momenti di gioia di Anna. In quelle camere che l’hanno ospitata e nella quale Anna coltivava il sogno di studiare e diventare una scrittrice. Ma il destino a volte è beffardo, perché quelle parole scritte sul suo diario restituiranno alla storia una piccola scrittrice divenuta per l’eternità il simbolo dell’infanzia rubata.