Amy Winehouse, la cantautrice ebrea le cui melodie piene di sentimento diventarono influenti successi pop, avrebbe compiuto 40 anni proprio quest’anno. Il suo famoso album di debutto “Frank” compirà invece 20 anni il mese prossimo. Una cantante profonda piena di zone d’ombra, ma capace di emozionare e di parlare del suo dolore attraverso la musica.
Per celebrare la sua vita e raccogliere fondi per la Amy Winehouse Foundation, la famiglia Winehouse ha raccolto una serie fotografie inedite, di documenti, di pensieri e testi scritti a mano ed estratti dai suoi diari – dall’infanzia all’età adulta – e ha pubblicato “Amy Winehouse: In Her Words”. Si tratta di una sorta di biografia nata dall’esigenza di raccontare i momenti felici della sua vita e della sua infanzia.
I proventi del libro verranno destinati alla Fondazione Winehouse, che attualmente si occupa di sostenere le donne. Sul sito web della fondazione è possibile infatti trovare una serie di servizi destinati ai bisogni delle donne, un’iniziativa per onorare la memoria della cantante. Tra i servizi offerti dalla fondazione ci sono alloggi di recupero, musicoterapia, educazione e riabilitazione contro l’abuso di sostanze stupefacenti.
La Winehouse stessa andò in overdose per la prima volta nel 2007, e nonostante ciò suo padre continuò a incoraggiarla a viaggiare e ad esibirsi, girando anche un documentario nel 2009. Tuttavia, a causa di sostanze stupefacenti, abuso di alcol e disturbi alimentari la pop star morì nel 2011. La Winehouse visse sempre una vita ebraica, che non rinnegò neppure quando incontrò il successo come raccontato in “Amy”, il famoso documentario sulla sua vita uscito nel 2015.
Proprio all’interno di questo nuovo libro i famigliari della Winehouse hanno deciso di raccontare l’infanzia e la giovinezza di Amy, da quando frequentava l’asilo ebraico, a quando andava ai bat mitzvah degli amici divertendosi a cantare musica ebraica nel tempo libero. Sebbene da adulta la Winehouse non fu osservante, rimase comunque un’ebrea tradizionalista amante delle festività ebraiche. Venne spesso fotografata con indosso una collana con la Stella di David. Nel 2013 il Jewish Museum di Londra le dedicò una mostra.
Nel nuovo libro si parla di momenti familiari e personali legati alla sua infanzia raccontati proprio grazie alla potenza delle immagini fotografiche, che riescono a parlare della cantante in tutto il suo essere. Tra le foto ne appare una particolarmente emozionante della Winehouse seduta in prima fila nella sinagoga al bar mitzvah di suo fratello.
Ed è proprio attraverso il libro che è possibile capire quanto la musica ebraica sia stata una parte fondamentale della produzione musicale della star. Oltre al jazz, la musica ebraica ha avuto una grande influenza su Amy nei suoi primi anni. Come raccontato dalla sua famiglia nel libro, la Winehouse amava particolarmente la canzone di Hanukkah “Ma’oz Tzur”. “La musica filtrava senza sforzo nella coscienza di Amy, era in grado di recitare testi e cantare melodie dopo aver ascoltato una canzone solo una o due volte. A casa di sua nonna Cynthia era circondata dalla musica jazz: da Frank Sinatra a Ella Fitzgerald a Sarah Vaughan. Tornata a casa eseguiva le canzoni del musical Mary Poppins o le canzoni tradizionali ebraiche come Maʼoz Tzur”, si racconta di lei in una pagina del libro.
Un viaggio nella vita della cantante e nella sua identità ebraica attraverso i ricordi e gli scatti della sua famiglia. Un libro per fermare il tempo e immaginare, anche solo per un minuto, di poter sentire la voce vibrante di Amy Winehouse ancora tra noi.