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    Presentato al Festival di Venezia il film “Tatami”, collaborazione tra un regista israeliano e uno iraniano

    Il film “Tatami”, progetto congiunto del regista israeliano Guy Nattiv e dell’attrice-regista iraniana Zar Amir Ebrahimi, è stato presentato in anteprima mondiale al concorso Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia. Accolto positivamente dai media occidentali, ma non da quelli della Repubblica islamica dell’Iran, dove hanno scelto di ignorare il film. Lo stesso non è accaduto però agli attori iraniani, Amir Ebrahimi e Ashkan Khatibi, finiti al centro di un “enorme scandalo”: un caloroso abbraccio tra i due. Secondo i giornalisti iraniani vicini al regime degli Ayatollah, che hanno disertato la kermesse cinematografica, entrambe le star che hanno lasciato l’Iran si sono comportate in modo “indecente” davanti a tutti a causa della loro mancanza di modestia.

    Il thriller prende spunto da vicende realmente accadute: la trama vede protagonista un judoka iraniano costretto dal suo governo a rinunciare al campionato del mondo a causa di un potenziale incontro contro un avversario israeliano. 

    L’idea venne a Nattiv qualche anno fa, racconta in un’intervista per The Hollywood Reporter. “Sono rimasto impressionato dalla storia di Sadaf Khadem, la prima pugile iraniana”. “Ho iniziato a cercare storie simili e con stupore ne ho trovate molte”, come quella della campionessa di taekwondo Kimia Alizadeh, che vinse una medaglia di bronzo per l’Iran alle Olimpiadi di Rio 2016 ma che nel 2020 scappò in Germania, o del judoka Saeid Mollaei a cui fu ordinato di rinunciare a un incontro nei campionati del 2019 per evitare di affrontare un avversario israeliano.

    Diversi giornalisti iraniani indipendenti hanno commentato positivamente il film, definendolo “un evento storico di collaborazione tra creatori iraniani e israeliani”. “Gli spettatori iraniani riconosceranno nel film le storie vere accadute ad atleti come Saeid Mollaei e Kimia Alizadeh, e i creatori hanno tratto ispirazione dalle loro storie – ha scritto un critico cinematografico iraniano. – Questo è un racconto che esprime chiaramente l’opposizione alla società islamica, soprattutto da parte delle donne che aspirano a realizzare i loro obiettivi oltre gli obiettivi ideologici della Repubblica Islamica”.

    Un altro critico ha scritto: “La visione che ‘Tatami’ presenta è un importante esempio di film che toccano l’Iran e riflettono le difficoltà e il significato della resistenza civile in Iran”.

    In un’intervista con The Independent in persiano, il giornalista Ali Mosleh ha affermato che “il fatto che ‘Tatami’ sia stato realizzato da Zar Amir Ebrahimi in collaborazione con un regista israeliano è un evento storico. Questa è la prima volta che compaiono assieme registi di questi due paesi al Festival del Cinema di Venezia, ed è un film che non abbiamo mai visto prima, quindi è intrigante”. Mosleh ha anche parlato di come la protesta delle donne in Iran abbia sollevato la voce sia dei cineasti iraniani in esilio che della comunità internazionale. “I rapporti tra i festival internazionali e il cinema iraniano sono cambiati completamente”, infatti le autorità vengono estraniate da queste rassegne e chi presenta film è completamente esterno al regime.

    I cineasti, tra cui lo stesso Nattiv, si sono uniti in un evento a Venezia, esprimendo il loro sostegno al movimento delle donne iraniane, cantando il nome di Mahsa Amini, la giovane donna la cui morte mentre era in custodia della polizia iraniana ha acceso le proteste nel paese, ed invocando “Libertà per tutti”.

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