Scienza ‘made in Italy’. È la storia di Nicole Pavoncello,
ricercatrice scientifica nata e cresciuta nella Comunità Ebraica di Roma e
volata in Israele per creare la sua nuova famiglia nello Stato Ebraico e
inseguire il suo sogno in campo scientifico.
Oggi Nicole sta sviluppando un
metodo innovativo per la diagnosi precoce delle malattie neurodegenerative
utilizzando la scansione della retina e l’intelligenza artificiale. La
ricercatrice si è infatti recentemente aggiudicata un’importante borsa di
studio nel campo della ricerca nell’ambito del prestigioso programma
BioInnovators Forum di Teva. La notizia che è stata riportata anche dai media
israeliani.
Nonostante i numerosi progressi e
scoperte scientifiche, le malattie neurodegenerative – come l’Alzheimer, la
demenza e il Parkinson – sono ancora incurabili e la loro diagnosi precoce è
essenziale per ritardare e gestire il decorso della malattia.
Per queste ragioni, l’idea di
Nicole Pavoncello, dottoranda in medicina al Technion, potrà aiutare nella
diagnosi precoce della malattia. Un
premio importante che dà fiducia ai giovani ricercatori, e rappresenta con
orgoglio l’ebraismo romano nello Stato Ebraico. “Sono molto lieta di aver vinto
questa borsa di studio con Teva, una delle più importanti case farmaceutiche a
livello mondiale. La borsa di studio offre un percorso formativo per i giovani
scienziati, dottorandi e post dottorandi, e all’interno di questo c’è una
competizione in cui coloro che concorrono devono elaborare un’idea, e
sviluppare una start-up. La mia idea ha vinto la prima selezione, ed è stata
molto apprezzata in quanto si tratta di qualcosa di realizzabile – ha spiegato Nicole Pavoncello a Shalom – il
mio progetto è basato sul mio campo di ricerca quotidiano, ovvero le malattie
degenerative, lavoro infatti ogni giorno sul Parkinson e sui meccanismi
neurodegenerativi. Ho dunque cercato di sviluppare un’idea che si discostasse
po’ ma che fosse comunque legata alle malattie del neurosviluppo.”
Dopo aver ultimato i suoi studi
accademici a Roma Nicole assieme a suo marito ha deciso di fare L’aliah, e
stabilirsi a Tel Aviv. Nonostante le difficoltà legate alla costruzione di una
nuova vita e alla distanza dagli affetti, è riuscita a portare avanti il suo
percorso di ricerca. Infatti, una volta in Israele, ha iniziato i suoi studi di
dottorato presso la Facoltà di Medicina del Technion a Haifa dove attualmente
lavora, sotto la supervisione della Prof. Simone Engelender.
“Sono onorata di esser stata
scelta, forse anche perché sono arrivata dall’Italia e sto costruendo qui la
mia famiglia. Sono orgogliosa di poter rappresentare la Comunità Ebraica di
Roma nel mondo, soprattutto qui in Israele. Devo tutto alla mia famiglia e a
mio marito che mi ha permesso di sacrificare molto del mio tempo per la
ricerca. Un grazie particolare va anche a chi come me sostiene il progetto di
MaadaAdvances un progetto tutto al femminile che porto avanti assieme ad altre
ragazze della Comunità Ebraica di Roma, che lavorano nel campo scientifico ” ha
concluso.
Se per anni la scienza è stata
classificata come una materia prettamente maschile questo premio, dato ad una
giovane donna, e per di più in dolce attesa, ci fa ben sperare che il futuro
anche nel campo della ricerca scientifica potrà essere sempre più rosa.