In Israele, non a caso definita la Terra stillante Latte e Miele, ha avuto recentemente luogo, la creazione di una vera e propria opera d’arte grazie a decine di migliaia di api, che hanno ricostruito uno dei più antichi e preziosi reperti d’arte romana, in una fusione unica di natura, archeologia, architettura e arte.
L’iconica statua in bronzo dell’imperatore romano Adriano, una delle tre trovate in tutto il mondo risalente a circa 2.000 anni fa, è stata trasformata in un nido d’ape attivo grazie a 50.000 api che hanno riprodotto con la loro cera l’immagine grazie a delle speciali griglie stampate in 3D dell’originale.
I curatori del progetto, guidati dall’Israel Museum di Gerusalemme, hanno rivelato che l’opera riprodotta è stata creata grazie all’antica tecnica della “cera perduta” utilizzata per realizzare la statua originale, trovata nel 1975 nel sito della legione romana vicino a BeitShe’an.
La tecnica “lost-wax” è un antico metodo di fusione del metallo, in cui il metallo fuso veniva anticamente versato in uno stampo cavo creato su un modello di cera d’api, che andava sciogliendosi durante il processo.
“Le api hanno ricreato una fase che non abbiamo mai avuto modo di vedere in archeologia” ha detto Dudi Mevorah, curatore senior dell’archeologia ellenistica, romana e bizantina dell’Israel Museum. Il progetto ha inoltre smentito la rappresentazione, critica di Adriano nella storiografia ebraica, spesso visto come il crudele oppressore della rivolta di Bar Kochba nel 135 d.C. “Adriano è uno degli imperatori più illuminati e sorprendenti dell’Impero Romano. Sovente gli ebrei lo ricordano come un tiranno assoluto, è in realtà un uomo che ha cambiato il volto del mondo” ha detto Mevorah.
La squadra di ricerca ha ricostruito appositamente degli alveari per ospitare due repliche della testa dell’imperatore. Ogni replica è stata creata grazie ad una scansione di alto livello dell’originale, contenente al suo interno una rete a griglia stampata in 3D fatta di un nylon sterile adatto alle api. Gli alveari sono stati poi collocati nel giardino esterno del museo, dove sono attualmente attivi assieme a mezzo milione di api.
Il team ha rivelato che sono stati necessari circa due mesi per produrre la statua a nido d’ape, prevalentemente nel periodo di marzo, ma solo quattro giorni per produrre la seconda nelle condizioni più stabili di fine maggio. Le statue di cera appena create sono state poi rimosse dagli alveari prima che la produzione di miele potesse mettere a rischio la loro conservazione. Saranno esposti al pubblico vicino al busto originale di Adriano entro i prossimi mesi.
Il processo di creazione ha richiesto, oltre la progettazione e il consulto archeologico dell’Israel Museum, anche l’esperienza di un artista slovacco e di un apicoltore professionista. È stata così generata una connessione unica tra natura, museologia e tecnologia, come ha sottolineato Rami Tareef, curatore del design e dell’architettura del museo. “Il fatto che un’ape vola un chilometro per portare il materiale per costruire questa statua in un museo, penso che sia qualcosa di straordinario. Questa è una collaborazione con la natura. Un messaggio moderno ed ecologico molto importante”, ha detto Tareef.
In linea con questa visione, Israele sta portando avanti un progetto importante, volto a sottolineare l’importanza delle api e dell’apicoltura nelle città. È infatti in atto in Israele una continua manutenzione degli alveari sui tetti e sui cortili. Persino nel giardino delle Knesset di Israele e nei giardini botanici di Gerusalemme sono attualmente presenti alcuni alveari!