Il regista americano William Friedkin, che con “L’esorcista” e “The French Connection”
ha rivoluzionato il genere horror e poliziesco, è morto lunedì scorso, a 87
anni. Insieme ad altri influenti giovani registi della “New Hollywood”
negli anni ’70, come Francis Ford Coppola e Martin Scorsese, Friedkin ha
rimodellato l’industria cinematografica statunitense.
Figlio di immigrati ebrei fuggiti
dalle rivolte antisemite in Ucraina, Friedkin nacque nell’agosto del 1935 a
Chicago, dove crebbe in una “casa kosher”, come ha affermato in un’intervista
al Jewish Journal nel 2012. Da sempre sostenitore di Israele, Friedkin filmò
nello Stato Ebraico la sequenza di apertura di “Sorcerer” del 1977.
Nel 2005, invece, diresse l’opera “Sansone e Dalila” a Tel Aviv.
“Israele è il mio cuore. Ammiro e
rispetto il coraggio delle persone che vivono lì e combattono per ciò in cui
credono”, ha detto ad Haaretz nel 2002.
Nel 1971, a soli 36 anni, il
regista con il film “The French Connection” vinse cinque Oscar, tra cui quello
per la miglior regia e il miglior film, e sbalordì Hollywood con i suoi
rivoluzionari inseguimenti in macchina e il suo tono grintoso. Mentre nel 1973
diresse “L’esorcista”, che ebbe un enorme successo al botteghino e rimane,
ancora oggi, un classico del genere. Il film venne nominato per 10 Oscar,
vincendone due e incassando alla fine 440 milioni di dollari. Con questi due
film, Friedkin ha dato vita a una nuova era del cinema americano capace di
affrontare temi più oscuri.
Diversi attori e registi hanno
espresso il loro cordoglio nei giorni scorsi, come il regista horror Eli Roth,
che ha pubblicato un tributo su Instagram a “uno dei registi di maggior
impatto di tutti i tempi” che “ha impostato il corso della mia vita
in una direzione diversa”. L’attore Elijah Wood, famoso per aver
interpretato Frodo ne “Il Signore degli Anelli”, ha descritto Friedkin come
“un vero maestro del cinema la cui influenza continuerà a estendersi per
sempre”.