Settantotto anni dopo la liberazione di 2500 ebrei trasportati da un treno della morte nazista da parte dei soldati dell’esercito americano, riaffiorano dal passato filmati inediti di quei momenti. A riportare la notizia Ynet News. Il 13 aprile 1945, mentre il mezzo stava trasportando i prigionieri dal campo di sterminio di Bergen-Belsen a Theresienstadt, i soldati della trentesima divisione degli Stati Uniti riuscirono a salvare i prigionieri ebrei. Ai nazisti fu subito ordinato di far saltare il treno sul fiume Elba, visto che non potevano raggiungere, come da programma, il campo di concentramento di Theresienstadt. In questo modo sarebbero comunque riusciti ad uccidere tutti i 2500 passeggeri ebrei di Bergen-Belsen. Dopo sei giorni di viaggio, iniziati il 7 aprile 1945, il treno fu fermato il 13 aprile, vicino alla città di Farsleben, in Germania, nei pressi di Magdeburgo e qui non fu più in grado di muoversi a causa dei bombardamenti degli Alleati, che circondarono la zona.
“Ci sono pochi filmati della liberazione dei campi e specialmente di ebrei. In genere si vedono sempre le immagini dell’apertura del campo di Auschwitz – ha spiegato a Shalom lo Storico della Fondazione Museo della Shoah Amedeo Osti Guerrazzi – L’immagine in movimento del treno da Bergen-Belsen a Theresienstadt ci permette di capire in maniera molto più efficace la tragedia degli ebrei d’Europa. In un’epoca dominata dalle immagini, vedere la fame, la disperazione, la gioia delle vittime ha un impatto molto più forte delle foto del treno che già si conoscevano “.
Verso le 16 di quel giorno, una jeep da ricognizione americana arrivò accanto al treno. I soldati americani trovarono l’area sorvegliata dalle sentinelle naziste. Il motore del treno era in funzione e pronto a muoversi. Improvvisamente, i nazisti notarono i carri armati americani e fuggirono, lasciando lì i 2500 ebrei, un terzo dei quali erano bambini che ormai si erano rassegnati alla morte.
Mentre i nazisti fuggivano, molti dei civili, per lo più donne, ragazzi e bambini, si alzarono e si precipitarono verso i soldati americani con grida di gioia. Solo allora i soldati notarono lo stato orribile in cui versavano i prigionieri. “Il video dimostra la necessità di continuare a scavare negli archivi, pubblici e privati. È possibile che esistano ancora filmati, foto e documenti che non sono mai stati scoperti” ha aggiunto Osti Guerrazzi.
George Gross, il comandante del carro armato americano, raccontò in seguito di quel toccante incontro. “Tutti sembravano degli scheletri affamati, le loro facce avevano un aspetto malato. Ma c’era qualcos’altro. Quando ci hanno visto, hanno iniziato a ridere di gioia, una vera esplosione di puro, quasi isterico sollievo”. Alla vista degli americani, i sopravvissuti infatti piansero di gioia, comprendendo immediatamente di essere salvi. Uno dei soldati americani, Abraham Cohen, gridò ai prigionieri: “Ich bin euech a Yidd”, una frase in Yiddish che significa “Anche io sono ebreo”, mostrando loro la Stella di Davide appesa al collo.
La liberazione del treno è stata documentata attraverso molte foto, ma mai in video. La clip è stata recentemente ritrovata negli Stati Uniti, all’interno degli Archivi nazionali durante i lavori su un documentario, incentrato proprio sulla missione di salvataggio del treno, a cui stava lavorando Matthew Rozell, insegnante di storia. Lo storico ha approfondito l’evento e intervistato i veterani americani che furono tra i soccorritori del treno. Ha chiamato il regista Mike Edwards per creare il film, e proprio durante i lavori di ricerca, è stato scoperto il filmato.
“Qualche giorno fa, ho ricevuto un messaggio da Matthew che si era verificato un altro miracolo collegato alla storia del treno. Mi ha informato che avevano trovato una clip negli Archivi nazionali. Ero in lacrime quando ho visto il filmato per la prima volta”, ha detto Varda Weisskopf, figlio di uno dei sopravvissuti del treno scomparso nel 2017. Anche Jacob Barzilai, sopravvissuto alla Shoah, 90 anni, ha riconosciuto se stesso tra i passeggeri del treno. Non solo, ha rivisto nella clip anche sua madre e sua sorella. “Siamo arrivati a Bergen-Belsen come una famiglia composta da cinque persone e solo tre di noi sono tornati. Ho perso mio padre e mio nonno lì” ha spiegato l’uomo. “Nella clip, ho visto mia madre, mia sorella e me stesso da ragazzo. Era il giorno della liberazione del treno ed io ero molto emozionato, ero davvero senza parole. Si può dire che il nostro treno sia stato forse il più documentato della Shoah. Per anni, ho visto innumerevoli foto di quegli eventi, ora per la prima volta vedo un filmato”. Il figlio di Jacob, Eran Barzilai, ha aggiunto che “Venerdì la clip è arrivata tramite un gruppo WhatsApp, in cui ci sono altre persone collegate alla liberazione del treno da Bergen-Belsen. Quando ho guardato la clip, ho subito riconosciuto mio padre. Ha solo una foto della sua infanzia, all’età di 9 anni. Ho riconosciuto chiaramente mia nonna e mia zia che allora era una bambina di 5 anni. Quando ho mostrato la clip a mio padre, era molto commosso” ha aggiunto l’uomo.
“Mio padre non si riconosceva nel video, ma era molto commosso nel guardarlo”. Oggi l’uomo ha 26 nipoti e 40 pronipoti, e ce n’è un altro in arrivo. C’era anche Bina Schwartz in quel treno, aveva 5 anni e mezzo all’epoca. “Ero profondamente commossa nel vedere quel video e nel ricordare quei tempi così bui e difficili, in cui gli americani arrivarono come angeli. Sul treno c’era mia madre con sei bambini. Mio padre è stato preso dai nazisti ed è stato assassinato”. Rani Be’eri ha riconosciuto sua madre Gita Be’eri, morta un mese fa all’età di 95 anni, sua zia e le sue due figlie nel video.
Nel video, i soldati americani distribuiscono cioccolato e sigarette ai prigionieri. Alcuni prigionieri si vedono ancora sul treno, altri scesero per sdraiarsi immediatamente a terra e dormire. Alcuni di loro sembrano rassegnati, mentre altri salutano il cameraman americano. Su uno dei vagoni ferroviari, i prigionieri scrissero: “Lunga vita agli Stati Uniti”. La seconda parte del video documenta un altro incontro con i soldati americani, russi e inglesi dopo la liberazione della città di Magdeburgo sulla riva del fiume Elba. In un segmento, i soldati sono visti sdraiati sulla riva dell’Elba e uno di loro sta suonando una fisarmonica. In un altro momento della ripresa, i generali russi, americani e britannici si incontrano per scambiare esperienze di battaglia. In una delle foto, si vede un carro armato fermo e i soldati russi con le mitragliatrici vicino.