Lo sforzo della Comunità Ebraica di Roma di permettere ai propri studenti di iscriversi all’università anche dopo le Leggi razziali del 1938
“Le Leggi antiebraiche prevedevano che chi era iscritto all’università al momento della loro emanazione potesse continuare gli studi a condizione di essere in regola con gli esami […]. Per gli altri non sembrava esserci nessuna altra possibilità che recarsi a studiare all’estero, ma era una soluzione difficile da realizzare. Qualcuno cercò di entrare nelle Università Pontificie […].
Tuttavia, nell’autunno del 1941 parve prospettarsi una possibilità. Guido Coen, già protagonista della creazione delle Scuole medie e padre di Luciano che aveva appena preso la maturità, notò un annuncio pubblicitario sul Journal de Genève che egli leggeva regolarmente e che era reperibile anche a Roma: l’Institut Technique Supérieur di Friburgo, in Svizzera, invitava i giovani italiani ad iscriversi ai suoi corsi di ‘insegnamento superiore di specializzazione tecnica’[…] al termine dei quali gli studenti avrebbero potuto conseguire un diploma di Ingegnere specialista.La chiave di volta risiedeva nel fatto che non era necessario frequentare le lezioni […].
Guido Coen prese contatto con altri genitori che, incontratisi nel negozio di uno di essi, decisero di dare seguito alla proposta e si costituirono in Comitato a capo del quale fu posto Dante Almansi, Presidente dell’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane.
Il Comitato incaricò il prof. Guido Castelnuovo, illustre matematico, allontanato dall’università a causa delle Leggi antiebraiche, di prendere contatti con l’università di Friburgo e con il prof. Guido Bonzanigo, direttore dell’Istituto […], l’insigne matematico ottenne di poter organizzare un corso di studi di carattere teorico ed equivalente a quello del primo biennio comune alle facoltà di Ingegneria, Matematica e Fisica […].
I corsi erano tenuti nella sede degli Asili Israelitici, a Lungotevere Sanzio […]. Alla fine dell’anno accademico, gli studenti dovettero naturalmente sostenere gli esami che ebbero luogo in due sessioni, una estiva ed una autunnale e che in gran parte ebbero un esito positivo […]. L’anno accademico seguente, 1942-1943, fu istituito il secondo anno di corso […]. Nello stesso anno 1942-1943 fu istituito nuovamente anche un terzo anno di corso, che raccolse una quindicina di giovani […].
Nel settembre 1943, con l’armistizio e la speranza che si fosse vicini alla fine della guerra e alla ripresa della vita normale, Castelnuovo scrisse una lunga e dettagliata relazione su questa esperienza, chiedendo che i giovani da lui seguiti potessero iscriversi all’università statale. Purtroppo, a causa dell’occupazione di Roma da parte dei tedeschi e del periodo terribile che ne seguì, non fece nemmeno a tempo a presentarla […].
Dopo la liberazione di Roma, il 4 giugno 1944, la Relazione di Castelnuovo fu consegnata al nuovo Ministro della Pubblica Istruzione, il filosofo Guido De Ruggiero, che ne fu molto colpito, e rassicurò il latore della lettera, Luciano Coen, che gli anni dei Corsi integrativi sarebbero stati inclusi nel piano di studi necessari per conseguire la laurea.
In effetti, alla fine di settembre 1944, gli studenti ‘ex clandestini’ furono presentati da Castelnuovo al Corpo Accademico dell’Istituto Matematico, nell’Istituto che successivamente ha preso il suo nome. Alcuni degli esami sostenuti presso l’ ‘Università clandestina’ furono convalidati dopo un colloquio pro-forma, per alcune altre discipline i giovani dovettero sosteneregli esami in un arco di tempo brevissimo, tra novembre e dicembre 1944”.
Tratto da S. H. ANTONUCCI e G. PIPERNO BEER, Sapere ed essere nella Roma razzista. Gli ebrei nelle scuole e nell’università (1938-1943), Roma, Gangemi Editore International, Collana Roma ebraica-7, 2015, pp. 60-66
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