La polizia svedese ha approvato la richiesta di organizzare un raduno pubblico per bruciare un rotolo della Torah davanti all’ambasciata israeliana. La richiesta, secondo i media svedesi, è arrivata da un uomo di 30 anni. Il rogo avverrebbe domani, sabato, davanti all’ambasciata a Stoccolma.
La decisione da parte degli organi di sicurezza svedesi arriva un mese dopo il rogo del Corano fuori dalla moschea di Stoccolma, che ha portato, tra l’altro, a grandi proteste e all’assalto all’ambasciata svedese nella capitale dell’Iraq, Baghdad.
L’ambasciatore israeliano in Svezia Ziv Nevo Kulman si è detto scioccato e inorridito da ulteriori richieste di roghi di libri sacri. “Questo è chiaramente un atto di odio che deve essere fermato”, ha scritto su Twitter all’inizio di luglio.
Anche il presidente israeliano Isaac Herzog ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna la decisione presa dalla polizia svedese. “Condanno inequivocabilmente il permesso concesso in Svezia di bruciare libri sacri” ha affermato. “Consentire la deturpazione di testi sacri non è un esercizio di libertà di espressione, è palese istigazione e atto di puro odio. Il mondo intero deve unirsi nel condannare chiaramente questo atto ripugnante”.
Il Rabbino capo Ashkenazita d’ Israele David Lau ha scritto una lettera aperta al primo ministro svedese Ulf Kristersson. “Sono rimasto inorridito nel sentire le intenzioni di un certo numero di civili residenti in Svezia, che intendono protestare di fronte all’ambasciata israeliana a Stoccolma, [in una] protesta che includerà il rogo di un Torah”, si legge nella lettera.
“La questione più grave è, secondo la stessa notizia, che la polizia svedese ha approvato una cosa così grave e orribile, ovviamente con il pretesto della ‘libertà di espressione’. Alcuni mesi fa, i manifestanti in Svezia hanno bruciato un Corano davanti all’edificio dell’ambasciata turca. Questa di per sé è una cosa orribile e obbliga tutti a protestare con tutte le loro forze e a condannare una cosa del genere. Ma questo torto non giustifica un altro sbagliato; un atto spregevole non permette un altro atto spregevole” continua.
“Vi invito a insistere con tutte le vostre forze affinché una cosa del genere non accada. La libertà di espressione non permette di fare tutto, e qualsiasi danno a ciò che è sacro per Israele non è espressione di libertà, ma di antisemitismo. Sono convinto che tutti sulla faccia di questo pianeta capiscano quanto siano gravi questi atti e li condannino”, ha concluso rav Lau.
Anche il Rabbino capo sefardita Rabbi Yitzhak Yosef ha inviato una lettera, in questo caso al re svedese Carl Gustaf XVI, esortandolo a far cambiare idea alle autorità. “Come persone di fede, crediamo fermamente che due torti non fanno una ragione. – si legge nella lettera – È imperativo sostenere i principi del rispetto e della dignità reciproci, anche di fronte a disaccordi o tensioni tra le comunità”.
“Il popolo ebraico sta attualmente osservando un periodo di tre settimane segnato dalla tristezza, che porta al solenne giorno del 9 di Av, il giorno più triste del calendario ebraico. – prosegue – Questo giorno serve a ricordare l’incendio dei libri sacri nel tredicesimo secolo in Europa, che ha stabilito un tragico precedente per ulteriori atti atroci nel corso della storia”.
“La libertà di espressione non dovrebbe mai servire da giustificazione per perpetrare atti di crudeltà o incitare all’odio. – si legge ancora – Vostra Altezza, faccio appello al vostro carattere nobile e alla vostra dedizione nel promuovere la pace e l’armonia tra tutti i popoli. Impedendo che questo evento si verifichi, mandereste un potente messaggio al mondo: la Svezia si oppone fermamente alla intolleranza religiosa e a tali atti, che non hanno posto in una società civile” conclude Rabbi Yitzhak Yosef.