Questa settimana una delegazione ebraica di volontari provenienti da
tutto il mondo si è recata in Polonia e in Serbia per preservare il patrimonio
ebraico europeo. I partecipanti si sono concentrati sul ripristino dei cimiteri
ebraici, un progetto portato avanti da WeKibbutz e dall’Organizzazione Shalom
Corps.
In Polonia il gruppo
ha incontrato l’atleta dei Giochi Olimpici Dariusz Popiela, che ha dedicato la
sua vita a ripristinare e preservare la memoria degli ebrei in Polonia dopo la
Shoah. Il lavoro di pulizia e restauro dei cimiteri ha incluso attività di pittura,
giardinaggio e allestimento di percorsi specifici per permettere al pubblico di
visitare il cimitero.
I volontari hanno visitato il cimitero di Pancevo in Serbia,
luogo simbolo della comunità ebraica locale profanato molte volte nel corso
della sua storia. Al suo interno è custodita la tomba della prima vittima ebrea
dei nazisti nei Balcani, Alexander Hacker.
La delegazione ha anche incontrato gli ebrei presenti oggi
nelle città e ha visitato le piccole comunità ebraiche ancora esistenti sul
territorio. Il gruppo ha partecipato a numerose attività culturali ed educative
con i giovani ebrei locali. In Serbia, la delegazione ha preso anche parte ai
Maccabiah Games, l’annuale evento sportivo ebraico dei Balcani, dove alcuni
membri del gruppo hanno gareggiato nella corsa, nel calcio, nel basket e negli
scacchi.
“Come terza generazione di sopravvissuti alla Shoah,
preservare l’identità ebraica e agire per conto del popolo ebraico sarà sempre
importante per me. – ha detto Lahav Efrat, 38 anni, residente nel kibbutz
HaOgen – Sono felice di aver avuto l’opportunità di fermarmi un attimo e di
donare me stesso agli altri. Pensare che ho vissuto questo viaggio con mia
madre non fa che rafforzare la mia identità ebraica. Siamo qui per ricordare e
preservare il nostro passato e il nostro futuro”.
“Il passato ebraico in Europa non smette mai di sorprendere.
– ha detto Shiri Madar, CEO di WeKibbutz
– Dopo aver fondato Netaim, comprendendo
che ci sono molte comunità ebraiche che hanno bisogno di aiuto, abbiamo
scoperto questa piccola comunità nei Balcani che chiedeva a gran voce una
connessione ebraica e culturale con Israele e oggi siamo qui”.