Nella sala Aldo Moro della Farnesina è stata conferita l’onorificenza postuma di “Giusto fra le nazioni” a Giuseppe Castruccio, militare e Console generale di Salonicco durante la Seconda Guerra Mondiale.
“Rappresentò uno degli esempi più nobili dello Stato – ha detto l’Ambasciatore Pasquale Terracciano – Si spinse oltre il dovere, rischiando la propria vita per salvare quella degli altri. Una memoria che rende onore al nostro Paese”.
Una persona diversa, che si oppose all’indifferenza generale. “Castruccio rappresentava l’altra faccia del Paese – sottolinea la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello – Essere uomo di Stato significa assumere valori e principi”.
Era il giugno 1943 quando Giuseppe Castruccio venne incaricato del ruolo di Console a Salonicco. Durante il mandato si adoperò per impedire il trasferimento degli ebrei italiani verso la zona d’occupazione tedesca e quindi verso i campi di sterminio. Altri riuscì a trasferirli da Salonicco ad Atene, facendoli così passare nell’area italiana.
Fra i molti ebrei salvati, Giuseppe Castruccio aiutò anche Sami Modiano a trovare rifugio.
Nonostante alcuni esponenti delle forze armate ribadivano il dovere di attenersi alle disposizioni tedesche e di rispettare le Leggi razziali, Castruccio continuò controcorrente a tracciare il proprio sentiero di umana solidarietà. E non sono in Italia. Infatti, grazie alle testimonianze di Daniel Isaac e Ray Naar, è emerso che il Console riuscì a salvare anche alcuni ebrei spagnoli, facendoli fuggire in Europa occidentale verso gli Stati Uniti. Proprio il racconto di Ray Naar ha permesso allo Yad Vashem di ricostruire la storia di Castruccio, così da conferirgli l’onorificenza.
“L’approccio alla memoria della Shoah si basa sia sulla conoscenza della storia sia sul riconoscimento delle responsabilità di chi aderì al progetto di segregazione e sterminio – ha dichiarato Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI) – Ma è altrettanto doveroso ricordare ed apprezzare coloro che rischiarono la propria vita per salvarne delle altre: luci nel grande buio, che hanno cambiato il destino di una persona e dunque del mondo intero”.
Lo stesso Stato di Israele, sin dalla sua fondazione, ha riconosciuto come essenziale il ricordo delle donne e degli uomini che si opposero all’odio antisemita, decidendo di agire controcorrente. “La loro storia dimostra che la fede nella solidarietà umana esiste ancora – ha detto l’Ambasciatore di Israele in Italia, Alon Bar, che ha poi spiegato le condizioni di conferimento dell’onorificenza – La consegna di tale titolo da parte dello Yad Vashem avviene secondo precise condizioni: è necessario che un non ebreo, a rischio della propria vita e senza aver ricevuto nulla in cambio, abbia salvato la vita di un ebreo durante la Shoah. Sia benedetta la memoria di Giuseppe Castruccio”.
La sua storia e quelle di altri diplomatici italiani sono state protagoniste della mostra “Solo il dovere, oltre il dovere: la diplomazia italiana di fronte alla persecuzione degli ebrei 1938-1943”, realizzata nel 2020 dalla collaborazione fra il Ministero degli Affari Esteri e la Fondazione Museo della Shoah, il cui presidente Mario Venezia ha aderito all’evento.
Al termine della cerimonia, dopo aver letto il certificato dello Yad Vashem, l’ambasciatore d’Israele Alon Bar ha consegnato il titolo di “Giusto fra le nazioni” ai rappresentanti della famiglia Castruccio. Tra questi, oltre la figlia di Castruccio, anche il nipote Alessandro Prunas – già Ambasciatore italiano – che ha espresso il proprio orgoglio e ringraziamento verso tutti coloro che si sono adoperati per rendere onore alla memoria del nonno. Gli inni di Israele e d’Italia hanno concluso l’evento.