Inaugurata al Museo ebraico di Roma la mostra “Roma 1948. Arte italiana verso Israele”, a cura di Giorgià Calò e Davide Spagnoletto. Sarà visitabile dal 27 aprile al 10 ottobre. L’esposizione attesta il profondo legame che ha unito l’Italia e lo Stato di Israele sin dalla sua nascita nel 1948 attraverso alcune opere di artisti italiani che furono esposte nel 1948 alla Galleria d’Arte Antica di Palazzo Torlonia per la “Mostra d’Arte pro nuovo Stato di Israele”.
L’iniziativa era stata promossa da un gruppo di artisti romani per contribuire ai festeggiamenti, coinvolgendo oltre 70 pittori e scultori a donare le proprie opere per una raccolta a favore del fondo internazionale pro Stato di Israele. Le opere rimasero invendute e per volontà degli stessi artisti furono portate in Israele dove costituirono il primo nucleo di arte italiana del Museo di Tel Aviv.
La mostra, inaugurata in occasione di Yom HaAtzmaut, l’anniversario dei 75 anni dalla proclamazione dello Stato di Israele, ha accolto l’entusiasmo del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha enfatizzato come “la nascita dello Stato di Israele sia un fatto doveroso, necessario, importante, fondamentale per tutto il genere umano”. “Io celebro i 75 anni dello Stato di Israele e non dimentico mai l’unica vera democrazia del Medioriente, che accetta il dissenso e il pluralismo e che dà la parola a tutti” ha sottolineato il ministro, per poi aggiungere che “fino a quando ricoprirò questo ruolo farò in modo che i rapporti anche culturali tra l’Italia e lo Stato d’Israele siano sempre più intensi, proficui, vicini e intrecciati, nell’arte, nella musica e in tutto ciò che vogliamo sviluppare insieme”.
La mostra è stata organizzata dalla Comunità ebraica di Roma e la Fondazione per il Museo Ebraico di Roma, in collaborazione con il Tel Aviv Museum of Art e con il patrocinio del Ministero della Cultura, dell’Ambasciata Italiana in Israele e dell’Ambasciata d’Israele in Italia e di Roma Capitale. Nel corso della presentazione, la Presidente della Comunità ebraica di Roma ha evidenziato l’importanza simbolica del giorno scelto per l’inaugurazione della mostra, che “rappresenta un momento di passaggio importantissimo per la storia del nostro paese e del legame dell’Italia con il neonato Stato di Israele”. Dureghello ritiene che “l’arte, prima della politica e delle istituzioni rappresenta in maniera determinante un valore comune di condivisione della democrazia, della libertà e della pace che questi due Paesi, Italia e Israele, rappresentano”.
Da Israele è giunta a Roma in occasione dell’inaugurazione della mostra Tania Cohen , che dirige il Tel Aviv Museum of Art e che ha menzionato la visione che il primo sindaco di Tel Aviv Meier Dizengoff aveva avuto della città, vibrante e ricca di istituzioni culturali alle quali contribuì donando la sua casa come sede di un museo di arte. Nella sua moderna struttura, il Tel Aviv Museum of Art accoglie circa 1 milione e 70mila visitatori l’anno, è tra i 50 musei più visitati al mondo ed è rappresentante dei “valori umanesimo, cosmopolitismo, inclusione e democrazia” ha ricordato la direttrice.
Ogni visitatore ha la possibilità di ammirare opere d’arte di artisti del calibro di Cagli, Guttuso, Eva Fischer. Opere nate per iniziativa di un gruppo di artisti romani che vollero esprimere la propria vicinanza e partecipare ai festeggiamenti del neonato Stato ebraico. Il gruppo fu affiancato da un comitato d’onore di cui facevano parte importanti personalità della cultura italiana come Carlo Argan, Alberto Moravia e Lionello Venturi.
L’Ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar ha commentato che “la mostra rappresenta un’occasione per apprezzare il grande intervento artistico dell’Italia nel primo dopoguerra. Attraverso le bellissime immagini e materiali di archivio possiamo vedere con i nostri occhi il grande entusiasmo con cui la Comunità ebraica di Roma ha accolto la nascita dello Stato di Israele”. Sono intervenute anche la Presidente dell’Ucei Noemi Di Segni e Alessandra Di Castro, Presidente della Fondazione per il Museo Ebraico Di Roma, che ha spiegato al pubblico come “la mostra ci consenta un’esperienza fuori dal comune, con la possibilità di visitare un viaggio che è anche una fotografia dello stato dell’arte in Italia nel 1948”.