Dopo 43 anni Hassan Diab è stato condannato all’ergastolo per l’attentato alla sinagoga di Rue Copernic a Parigi del 3 ottobre 1980 dove morirono quattro persone e ne rimasero ferite una quarantina. Una sentenza per una delle più lunghe inchieste giudiziarie di Francia.
L’accademico di origine libanese, 69 anni, è stato processato in contumacia, visto che risiede in Canada dal 2018 e si è rifiutato di partecipare al dibattimento dichiarandosi innocente. La difesa ha infatti sempre sostenuto che Diab non si trovasse a Parigi il giorno dell’attentato ma a Beirut per studiare.
Era il 3 ottobre 1980 alle 18:35 quando una bomba di 10 chili, piazzata su una motocicletta, esplodeva vicino alla Sinagoga di Rue Copernic dove oltre 300 persone erano riunite a pregare per lo Shabbat. Il bilancio fu di 46 feriti e 4 morti: due francesi che passavano di lì, una presentatrice televisiva israeliana ed un portiere d’albergo che non morì subito ma dopo due giorni a causa delle ferite.
L’attacco inizialmente venne attribuito al movimento neonazista ma le indagini successivamente portarono al terrorismo palestinese.
Solo nel 1999 l’inchiesta portò al nome di Hassan Diab, con l’accusa di aver confezionato ed abbandonato la bomba davanti alla Sinagoga. Nel 2008 venne emesso il mandato d’arresto, nel 2014 il Canada acconsentì all’estradizione e l’accademico venne messo in prigione. Nel 2018 il caso venne chiuso per mancanza di prove. Nel 2021 però la Corte Suprema Francese accolse la richiesta d’appello contro la chiusura del caso, così si riaprì il processo che ha portato alla sentenza di ieri.
A questo punto la Francia avvierà una seconda richiesta di estradizione, che secondo gli esperti rischia di portare nuove tensioni con il Canada.