Sardo, Italiano, Inglese e Francese: ora la risoluzione 181 dell’Onu, che nel 1947 aveva deciso la spartizione della Palestina in uno Stato Ebraico, uno arabo e con Gerusalemme Città autonoma è stata ripubblicata dall’Associazione di Cagliari “Chenàbura-sardos pro Israele” in quattro lingue, e per la prima volta il testo ufficiale, scritto in inglese e francese, è stato pubblicato assieme alle versioni in lingua sarda e in italiano. Si tratta di un importantissimo documento ora disponibile “anche per gli italiani e i sardi, che colma una lacuna documentale nella discussione ancora rovente sulla genesi del conflitto israelo-palestinese”, spiega all’Adnkronos Mario Carboni, che ne ha curato l’edizione e coordinato i testi prodotti da un gruppo di traduttori: “Un lavoro durato tre anni, complesso per la necessità di tradurre termini internazionali non presenti nella lingua sarda, che sono stati studiati e approfonditi per lasciare inalterato e fedele il testo originale”. Un lavoro che rientra nella mission dell’Associazione di amicizia tra sardi e Israele. Le prefazioni di Mario Carboni, coordinatore del progetto e Presidente dell’Associazione Chenàbura e di Diego Corraine editore della collana Papiros, indicano le tracce per la lettura di un testo diplomatico “fondamentale per comprendere sia un lungo percorso storico che l’attualità di una vicenda che ancora oggi non ha trovato una sua soluzione di pace definitiva”. “L’intenzione – spiega Carboni – è quella di dare, senza mediazioni né manipolazioni e neppure con propaganda che si avvale della generale non conoscenza del testo della Risoluzione Onu 181 del 1947, direttamente a possibilità ai lettori di farsi una propria opinione, valutando i fatti che hanno innescato un susseguirsi di azioni e reazioni belliche e politiche sulla base delle decisione della Comunità internazionale rappresentata dall’ONU e in particolare dal rifiuto arabo e palestinese di non applicarla e d’aggredire il neonato Stato d’Israele“. La lettura della Risoluzione, “pur in una situazione territorialmente attualmente diversificatasi nel tempo, può essere indicativa almeno nella previsione che qualsiasi soluzione pacifica venga raggiunta fra le parti – prosegue Carboni -, essa avrà un futuro solo se attuerà le indicazioni di convivenza pacifica prevista nelle indicazioni Onu atte a dare ai quei popoli strutture e istituzioni democratiche e col massimo rispetto dei diritti civili in un ambito di cooperazione in tutta l’area oggi purtroppo avvelenata e ferita da tanti conflitti in corso e che oggi anche a Gerusalemme, capitale d’Israele, sono rigorosamente rispettate”. La scelta della versione in lingua sarda oltre che in italiano è nata non solo dal fatto di contribuire alla scrittura nella lingua “della maggiore minoranza linguistica della Repubblica”, ma anche come plauso alla rinascita dell’ebraico moderno oggi lingua ufficiale d’Israele e del suo popolo già multilingue in partenza e che con un’opera culturale e identitaria attraverso la propria lingua ha ritrovato un’identità di popolo che si fonde con l’identificazione nell’unico stato democratico di tutta l’area vasta mediorientale, tutt’oggi ancora minacciata nella propria esistenza (Coe/AdnKronos)